Si gettano nel mare mosso e salvano un bimbo

Caorle. Il piccolo di 7 anni travolto da un'ondata mentre giocava a riva. Deve la vita a due passanti
Depolo mph05a Ruggero Donaggio Sottomarina: annegate davanti al Tomato
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CAORLE. Senza pensarci. Vedono un bambino in difficoltà trascinato al largo nel mare mosso, si gettano in acqua e lo salvano. È accaduto ieri attorno alle 18 nel tratto di spiaggia libera compreso tra il camping Pra delle Torri e Lido Altanea.

Un sandonatese di 66 anni, T. B, alza gli occhi verso il mare e capisce che stava accadendo il peggio. «Ho sentito un ragazzino urlare aiuto», ricostruisce l'uomo, «e subito mi sono accorto che vi era un bambino in difficoltà  portato verso il largo. C'era il mare mosso, vi erano onde pericolose e una forte corrente ma mi sono tuffato per cercare di trarlo in salvo».

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Assieme a lui, in quei momenti, anche una seconda persona, che senza pensare troppo è corsa e si è gettata in acqua. «Un uomo di nazionalità romena», continua il sandonatese, «ha notato anche lui la scena e si è precipitato tra le onde, arrivando prima di me al ragazzino, dell'età di circa sette anni. Stremati dalla difficoltà dettata dal mare mosso, siamo riusciti a portare il piccolo alla riva. Il soccorritore che era con me, di circa 40 anni, mi ha passato in acqua il bimbo, stremato dallo sforzo fisico. Sono arrivato a terra con il piccolo aggrappato al collo: aveva bevuto ma fortunatamente era cosciente».

Sul posto qualche istante dopo anche i bagnini di salvataggio, che hanno chiamato i soccorsi. Il bambino, secondo il sandonatese, si trovava in spiaggia con la mamma e i suoi cinque fratelli. Stava giocando con un fratello nell'acqua bassa, visto il maltempo, quando un'onda l'ha portato al largo.

«È stato proprio il fratello che si trovava nell'acqua bassa», racconta ancora il 66enne, «a chiamare aiuto e ad attirare la nostra attenzione. Sia io che il secondo soccorritore siamo arrivati quasi stremati alla riva, dove ad attenderci c'era la madre, disperata per ciò che stava accadendo. Per fortuna tutto si è risolto per il meglio: i ringraziamenti ci hanno riempito di emozione. Sarebbe potuta andare davvero peggio, sia per noi che per il bambino».

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