Si getta dal quarto piano, muore a 28 anni
JESOLO. Si è gettato dal quarto piano del condominio in cui abitava, in via Giustinelli a Trieste. G. C., 28 anni di Jesolo, figlio di un noto albergatore, M.C., di 58 anni, già titolare di una struttura ricettiva al lido fino al 2004, è tragicamente morto domenica alle 14.30 nel centro del capoluogo giuliano. Si è tolto la vita con un salto nel vuoto, morendo sul colpo nell’impatto sull’asfalto.
Una scena impressionante davanti agli occhi delle prime persone che sono accorse e hanno visto il corpo senza vita del giovane. Sul posto, la polizia di Stato di Trieste e i mezzi di soccorso del 118. Ma per lui non c’era più nulla da fare. Il padre è stato immediatamente informato del tragico gesto, colto dal dolore e la disperazione per la perdita del primogenito, cui era tanto legato. Il 28enne viveva con il padre, dopo che la famiglia si era trasferita dal lido di Jesolo e aveva aperto un grande albergo nel cuore della città. Un hotel a 4 stelle nel centro di Trieste, tra i più noti della costa giuliana per il suo stile.
La tragica scomparsa del giovane ha destato profonda impressione a Trieste, come a Jesolo, dove la famiglia è ancora molto conosciuta e stimata. L’albergatore era stato per alcuni anni consigliere dell’Aja, associazione jesolana albergatori, e nell’estate 2014 aveva anche gestito per qualche mese un hotel a Cavallino Treporti. Ieri l’associazione di Jesolo, appresa la notizia della morte del giovane, ha formulato le sentite condoglianze alla famiglia. «Siamo loro vicini in un momento così difficile ed esprimiamo il cordoglio di tutti i colleghi albergatori di Jesolo», ha detto il presidente dell’Aja, Massimiliano Schiavon, «il padre del ragazzo scomparso è stato un nostro associato per diversi anni ed è sempre stato molto dinamico, tanto che lo ricordiamo ancora bene tutti con nostalgia. Quanto aveva saputo realizzare a Trieste, inoltre, è stato motivo di orgoglio per tutti gli imprenditori jesolani in questi anni».
Gli amici del 28enne di Jesolo hanno anch’essi espresso il loro dolore in rete attraverso i social network, perché G. aveva ancora tanti amici affezionati tra il litorale e il Basso Piave che erano rimasti in contatto con lui anche dopo il trasferimento a Trieste. Lo ricordano come un ragazzo pieno di vita ed energia, simpatico e affabile. Il legame con la città balneare era rimasto forte, nonostante fossero passati diversi anni. Non si conoscono le cause che lo hanno spinto a compiere un simile gesto estremo. Pare che da qualche tempo stesse attraversando un periodo difficile culminato in una forma depressiva. Solo così si spiegherebbe la decisione di farla finita gettandosi dal palazzo in cui abitava.
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