Si frattura il femore ballando vince la causa, anziano risarcito

L’uomo di Mira, 75 anni, era caduto mentre danzava al ristorante-dancing “da Gambaro” a Cadoneghe perché il pavimento era cosparso di farina
PD 04/02/2001 GM RESTELLO RISTORANTE DA GAMBARO A CADONEGHE X FESTA A.I.L. CON IL PROF. ZANESCO DELLA CITTA' DELLA SPERANZA SALMASO/TOSATTO
PD 04/02/2001 GM RESTELLO RISTORANTE DA GAMBARO A CADONEGHE X FESTA A.I.L. CON IL PROF. ZANESCO DELLA CITTA' DELLA SPERANZA SALMASO/TOSATTO

MIRA. Stava ballando con un’amica al ristorante- dancing "Da Gambaro" di Cadoneghe, in provincia di Padova, ma è rovinato a terra con la compagna per colpa della farina sparsa sulla pista da ballo e si è fratturato il femore riportando lesioni permanenti. Nonostante questo la compagnia assicurativa del locale, UnipolSai, non voleva risarcirlo, ma ora, dopo quattro anni di battaglie legali, il Tribunale di Padova gli ha dato ragione.

La storia è quella di un 75enne di Mira, L’anziano il 29 agosto del 2012 aveva trascorso la serata al ristorante, di Cadoneghe, un locale che organizza, soprattutto d’estate, eventi "danzanti". Verso le 22.30 il pensionato stava ballando un valzer con un’amica dove però, poco prima, un dipendente della trattoria, su suggerimento del titolare, ha sparso sul pavimento farina di grano duro, ritenendo di agevolare nel ballo la clientela. L’effetto è stato opposto: la superficie diventa scivolosa e la coppia è caduta malamente. Se la partner, una coetanea, se la cavò con semplici contusioni, il 75 enne di Mira invece ha riportato lesioni fisiche più importanti: la frattura composta del grande trocantere sinistro del femore. Si è rialzato ma dopo qualche ora di grandissimi dolori si è recato al Pronto soccorso dell’ospedale di Dolo dove gli sono state certificate le fratture e qui per lui è cominciato un lungo calvario tra ricovero, ingessatura, riabilitazione.

Il danneggiato, per essere risarcito, si è quindi rivolto a Studio 3A,La compagnia assicurativa del locale, UnipolSai, però, ha risposto picche, negando ogni responsabilità. E’ cominciata così una battaglia legale con un processo civile. Fatti tutti gli accertamenti tra cui una visita medico legale con consulente tecnico d’ufficio incaricato ad hoc, il giudice del Tribunale di Padova ha accolto le istanze del 75enne.

Pur ascrivendo anche all’anziano una parte di responsabilità nella caduta, il giudice gli ha condannato UnipolSai a rifondergli una somma di 10mila e 500 euro: il Ctu (consulenza tecnica d’ufficio), ha determinato un’invalidità permanente dell’8 per cento, più 137 giorni di temporanea. Il giudice ha ritenuto di aumentare del 20 per cento l’ammontare della liquidazione per il danno biologico in ragione degli esiti permanenti riportati, consistenti in una limitazione algico-funzionale dei movimenti dell’anca sinistra e in uno scatto doloroso alla flesso-estensione. A causa di queste conseguenze infatti il pensionato di Mira è rimasto leggermente zoppo e per muoversi ha bisogno del bastone. La compagnia di assicurazione dovrà anche pagare tutte le spese legali e di causa, comprese quelle sostenute dall’infortunato.

 

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