Si fa riparare l’auto dal meccanico e non paga gli 8 mila euro dovuti

Liettoli. Ventisettenne aveva portato la sua Bmw alla “Cr Motors” ma non ha saldato il conto Ora è stato rinviato a giudizio con l’accusa d’insolvenza fraudolenta, l’uomo è ancora contumace

CAMPOLONGO. Va a farsi riparare l’auto, una berlina Bmw nell’auto officina “Cr Motors” di Liettoli di Campolongo Maggiore, ma, invece di pagare gli 8 mila euro dovuti, è scappato con la scusa di volerla prima collaudare.

Il fatto è capitato nel luglio del 2013 e l’autore è D.A., un uomo di 27 anni all’epoca domiciliato in Italia, ma con la residenza in Romania e ora contumace. Ora è stato rinviato a giudizio con l’accusa d’insolvenza fraudolenta. A denunciare il fatto è stato il titolare dell’autofficina del centro rivierasco. Ora il 27 enne è sospettato di aver compiuto altri raggiri del genere in tutta l’area della Riviera del Brenta e del Miranese. «Il fatto», spiega Alessandro Menegazzo l’avvocato dell’autoriparatore di Campolongo, «ha davvero dell’incredibile. Questo personaggio, nel luglio del 2013, si è fatto riparare completamente l’auto una Bmw dall’autofficina di Liettoli Campolongo, e si è volatilizzato senza pagare».

A lavoro concluso, infatti, D. A., romeno da tempo in Italia, si è presentato a prendere il mezzo nell’autofficina e, con grande faccia tosta, alla richiesta di pagamento da parte del titolare, ha fatto un elogio per il lavoro fatto, dicendo però che per tutti quei soldi da pagare e quel gran lavoro avrebbe dovuto provare l’auto se tutto funzionava a dovere. Entrato nell’auto però è sgommato via a tutto gas per le strade di Campolongo, lasciando sgomento il titolare dell’esercizio artigianale, che si è vista volatilizzare la fatica di un mese di lavoro. Inutili i tentativi, fatti subito dopo, di rintracciarlo. L’uomo, infatti, che si trovava in Italia, ma non era residente, era tornato nel suo paese con la Bmw berlina messa completamente a nuovo. È scattata così la denuncia ai carabinieri della stazione di Campagna Lupia, riusciti a ricostruire gli spostamenti di D. A. che, da quel luglio del 2013, deve ancora pagare gli ottomila euro di insolvenza al meccanico.

L’uomo è sospettato di aver compiuto altri raggiri del genere in tutto il comprensorio. Ora per lui, però, sono guai. Le indagini, infatti, durate qualche anno, ora si sono concluse e l’uomo è stato rinviato a giudizio a giugno dal Tribunale di Venezia. L’udienza sarà presieduta dal giudice Claudia Ardita. Bisognerà capire se si presenterà a processo o se deciderà di rimanere contumace. Non è escluso, tra l’altro, che il truffatore, debba rispondere di altre malefatte che potrebbero emergere nei prossimi mesi.

Alessandro Abbadir

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