Si è spento Sileno Moro, pioniere della cucina

Il noto ristoratore gestiva il locale “Al Faro” di Santa Margherita. Era malato da tempo
DINELLO - DINO TOMMASELLA - CAORLE - SILENO MORO
DINELLO - DINO TOMMASELLA - CAORLE - SILENO MORO
CAORLE. La città piange Sileno Moro. Il grande ristoratore di San Giorgio di Livenza si è spento a 56 anni per le conseguenze di un cancro. Era ricoverato all’ospedale di Treviso in rianimazione.


Una settimana fa, durante un controllo nel reparto di oncologia il suo stato di salute si è aggravato. La situazione è precipitata negli ultimi due giorni e ieri, nel primo pomeriggio, il “Sile” è mancato.


Originario del Trentino, gestiva con la moglie e i due figli, il ristorante Al Faro, in via Tagliamento, non lontano dal traghetto dell’estuario del fiume Livenza, nel rione di Santa Margherita. Grazie alla suo carattere era diventato amico di tutti; poi ci sapeva fare in cucina.


Al Faro, soprattutto per la qualità, è diventato uno dei punti di riferimento della buona cucina di tutta Caorle e d’estate il locale lavora tantissimo. Negli ultimi due giorni è rimasto chiuso. Al Faro è anche il grande punto di riferimento della politica di Caorle. Sileno Moro abitava con la famiglia. Era cresciuto a San Giorgio, nelle casette di una volta, quelle che 50 anni fa si trovavano lungo il Livenza Morta – Canale Brian.


La sua famiglia era impegnata nel settore edile, ma lui imparò il mestiere nel settore della ristorazione lavorando in montagna. Tutta Caorle, ma non solo perché la fama di Sileno si era espansa nel tempo in tutto il Nord-Est, si sta stringendo in queste ore attorno alla famiglia, ma con proverbiale discrezione e senza disturbare. Anche perché è estate e si deve comunque, tra le lacrime, lavorare. Ieri sera sono stati avviati i contatti per il funerale, l’ipotesi prevalente è che si possa celebrare a metà settimana, ma non ci sono certezze. Sileno Moro lascia anche una sorella, un fratello e tanti amici che nel tempo lo hanno stimato e apprezzato. Tra i più addolorati ci sono coloro che hanno imparato il mestiere da lui e sono moltissimi.
(r.p.)




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