Si è spento Franco Tonolo il decano dei pasticceri

Il fondatore della pasticceria di Dorsoduro (ieri chiusa per lutto) aveva 80 anni Confcommercio: «Un simbolo della città». I funerali sabato alle 11 a San Pantalon

VENEZIA. Si è spento ieri nel sonno Franco Tonolo, 80 anni, fondatore dell’omonima pasticceria di Calle San Pantalon a Dorsoduro. Per i veneziani (e non solo) era impensabile passare davanti alla sua bottega senza entrare per una pastina o un caffè. Franco era diventato un’istituzione in città tanto che, in particolare a Carnevale e a Natale, non era raro vedere davanti all’ingresso file lunghissime di clienti che attendevano il proprio turno per una frittella o per ritirare la celebre focaccia.

Irresistibili i suoi dolci, alcuni preparati con ricette segrete, note soltanto ai pasticceri e a pochissimi della famiglia Tonolo. La storia della pasticceria ha infatti origine a Mirano, dove viveva il fondatore, il bisnonno di Franco, e dove ancora oggi ci sono i cugini. «Papà ha iniziato da giovanissimo» raccontano i figli Giovanna e Francesco «Quando aveva circa 20 anni sua zia ha pensato di aprire a Venezia e lui si è trasferito. All’inizio è stato difficile, gli mancava Mirano. Quando chiudeva la bottega tornava a Mirano, faceva un giro e poi ritornava a Venezia. Poi con gli anni si è affezionato alla città».

Franco non ha mai cambiato né bottega né casa. Ha sempre vissuto con la moglie Giliana Cavagnis poco distante dalla pasticceria che con il tempo si è ingrandita fino ad arrivare ad avere una quindicina di dipendenti. «Era una persona buona» ricordano i figli «di quelle che ormai è sempre più difficile trovare. La pasticceria è sempre stata la sua passione. Negli ultimi anni non riusciva più ad arrivare in orario di apertura, ma quando entrava in tarda mattinata andava subito a controllare che tutto procedesse: «Faceva da supervisore» spiegano Giovanna e Francesco «E poi si fermava perché ormai conosceva tutti e tantissimi passavano per salutarlo».

Franco Tonolo aveva compiuto 80 anni il 25 ottobre scorso. Soffriva di qualche acciacco, come il diabete, ma a debilitarlo è stata una brutta influenza. «In teoria non poteva mangiare dolci e quando lo faceva lo rimproveravamo» dice la famiglia «ma si è sempre ripreso e non ce lo aspettavamo». Quelle poche volte che non lavorava, viaggiava. «Per anni ad agosto, quando chiudevamo la pasticceria, partivamo con un camper» proseguono i familiari «A modo suo, era molto avventuroso».

Ieri mattina la scritta sulla porta il “Chiuso per lutto” ha rattristato chiunque, dai cittadini ai vicini commercianti, oltre che a Confcommercio che lo ha ricordato come «un commerciante simbolo di Venezia». «Era un signore molto austero e molto dolce» ricordano i fratelli Dario e Alberto, titolari del vicino locale Estro «veniva qui ogni tanto a prendere il caffè e ci aveva segnalato al Gambero Rosso. Era un’istituzione in tutto il Veneto. Durante il periodo di Carnevale il profumo delle sue favolose frittelle si diffondeva nella calli dalla mattina presto e si respirava un aroma delizioso». I funerali si terranno sabato alle 11 nella Chiesa di San Pantalon. «Non so quando riapriremo» hanno detto i familiari «Ma assicuriamo che non chiudiamo e non vendiamo ai cinesi».

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