«Si è solo difeso, non voleva uccidere»
JESOLO. È stato scarcerato e messo agli arresti domiciliari Olsen Islamaj (19 anni), mentre Albion Aliraj (18 anni) resta in carcere. I due cugini albanesi sono accusati di tentato omicidio per aver colpito con due bicchieri rotti un 27enne croato, residente a Carbonera nel Trevigiano. L’episodio era avvenuto nella serata di sabato al “John Martin’s Pub” lungo via Bafile vicino a piazza Mazzini. Dopo l’arresto, i cugini erano stati portati in carcere a Santa Maria Maggiore e ieri mattina sono comparsi davanti alla giudice per le indagini preliminari Roberta Marchiori per l’interrogatorio di convalida.
Oslen Islamaj, difeso dall’avvocato Giorgio Pietramala, ha voluto raccontare alla giudice la propria versione dei fatti: «Mi sono difeso perché siamo stati aggrediti dal ragazzo croato e dai suoi amici», ha detto il diciannovenne che vive tra Jesolo e San Donà. Stando al suo racconto, a iniziare sarebbe stato il 27enne croato, che poi ha avuto la peggio: è stato operato d’urgenza per il taglio sotto l’orecchio ed è stato in prognosi riservata prima che i medici, lunedì, lo dichiarassero fuori pericolo. All’origine dello scontro ci sarebbe stata una donna, ovvero la compagna di un amico dei giovani albanesi che il gruppo dei croati avrebbe corteggiato. Già alcuni giorni fa ci sarebbe stato un primo “confronto” - che si sarebbe fermato alle parole - tra il gruppo di croati e quello degli albanesi. Sabato sera i due gruppi si sono incontrati nuovamente al pub e sono tornate a farsi vive le tensioni.
«Il ragazzo croato ha preso per il collo il mio assistito, poi sono intervenuti altri giovani croati. Lui si è difeso perché è stato aggredito», spiega l’avvocato Pietramala, «lo ha voluto allontanare e gli ha dato una manata con il bicchiere che aveva in mano. Non voleva ferirlo, ma il bicchiere si è rotto. Non c’era volontà omicida». La giudice Marchiori ha ritenuto, visti la giovane età, il fatto che si tratta di una persona incensurata e la collaborazione, di concedere gli arresti domiciliari a Islamaj, come richiesto dal suo difensore.
Albion Aliraj resta invece in carcere a Santa Maria Maggiore: secondo la giudice ci sarebbe pericolo di fuga, tenuto conto che è senza fissa dimora. In sede di interrogatorio di convalida, il diciottenne (difeso dall’avvocato Ermira Zhuri) si è avvalso della facoltà di non rispondere. «I fatti non sono andati come sono stati raccontati», chiarisce il legale che si appresta a presentare istanza al tribunale del riesame con l’obiettivo di ottenere per il suo assistito una misura cautelare meno afflittiva, così com’è avvenuto per il cugino.
Rubina Bon
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