Si divertivano a far soffrire i pazienti. Zaia furioso: "Licenziateli"
VICENZA. Un gioco crudele a colpi di smartphone tra le barelle per aggiudicarsi il primato di aver infilato il maggior numero di cannule ai malcapitati pazienti.
Lo scenario il pronto soccorso dell'ospedale San Bortolo di Vicenza, dove due medici e sei infermieri hanno dato vita ad una sfida via whatsapp sulla pelle dei loro assistiti.
Tutto nato in una cena goliardica tra amici per movimentare le giornate in corsia. Il gruppo si dà un nome, 'Gli Amici di Maria', e stabilisce regole precise: a vincere colui che userà il maggior numero di aghi o cannule. Più queste ultime sono grosse, e dunque dolorose per il malato, maggiore il punteggio ottenuto. Lo score si segna su un apposito tabellone e ogni punto conquistato viene condiviso in chat con tutti i partecipanti.
La gara diventa di dominio pubblico quando uno dei due medici del reparto, pentito, rivela la bravata al primario, Vincenzo Riboni. Parte immediatamente l'indagine interna e l'apertura di una procedura sanzionatoria interna all'ospedale, che si conclude con due richiami e sei 'assoluzioni'. Per accertare i fatti, spiega il direttore generale dell'Ulss 6 Vicenza Giovanni Pavesi, vengono incrociati date e orari della chat con le cartelle cliniche, per capire se ci siano stati dei comportamenti inappropriati. "Non abbiamo trovato riscontro - racconta -. Ciò nondimeno abbiamo aperto un procedimento disciplinare che si concluso con rapidit, nei limiti di quelle che sono le prove raccolte. Abbiamo inoltre trasmesso tutta la documentazione agli Ordini Professionali competenti".
A gettare acqua sul fuoco delle polemiche lo stesso primario. "E' stato solo un gioco - afferma - e per fortuna tale sempre rimasto. Nessuno ha fatto nulla di sbagliato e la salute e il benessere dei pazienti non sono mai stati compromessi".
Per ora il Procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri non ha aperto un fascicolo sul caso ma non escluso che lo faccia dopo che sulla sua scrivania arriverà, come promesso dal presidente della giunta regionale Luca Zaia, una segnalazione dell'avvocatura regionale contenente i dati che saranno acquisiti dal segretario generale regionale per la sanità.
Ma lo stesso Zaia è “infuriato” per quanto accaduto. "Il chiarimento che è stato fatto fin d'ora è assolutamente insufficiente credo che ai cittadini deva essere data una giustificazione, una spiegazione fino in fondo".
"Se ci fossero stati dei comportamenti al di fuori della legge - ha sottolineato - è giusto che ci siano punizioni esemplari che ritengo sacrosante".
Parlando infine in una trasmissione di una televisione locale Zaia ha aumentato la sua dose di rabbia: “Se questi comportamenti saranno confermati quei medici e infermieri vanno cacciati tutti. Vanno licenziati”.
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