Si dà fuoco in casa: è in fin di vita
SPINEA. Svegliata nel sonno dalle urla del vicino, disperate, strazianti: si precipita fuori nel pianerottolo, nel cuore della notte, per vedere cosa stia accadendo e trova l’uomo avvolto dalle fiamme. Ha deciso di darsi fuoco, forse come gesto estremo di una situazione personale diventata per lui insostenibile, anche se non spiegata e rimasta quindi nascosta nella sua mente annebbiata. Ora A. M., cinquantacinquenne di Spinea con problemi di alcolismo, si trova ricoverato in condizioni disperate al Centro grandi ustionati di Padova. Per lui saranno decisive le prossime ore, ma gli specialisti padovani non hanno saputo sciogliere la prognosi del presunto aspirante suicida che dunque rimane in pericolo di vita.
Erano circa le 4 del mattino quando la vicina di casa dell’uomo, seguito dai servizi sociali del Comune e dall’Asl, è stata svegliata dalle urla atroci provenienti dall’alloggio a fianco. Siamo in una palazzina di via Pozzuoli, al Villaggio dei Fiori. Il cinquantacinquenne, un passato difficile e un presente ancor più problematico, potrebbe aver lasciato la porta di casa aperta di proposito o l’avrebbe aperta in seguito in preda al dolore delle ustioni provocate dal fuoco che lo stava divorando. Forse ha tentato di fuggire, correndo giù per le scale per sentire meno dolore. La vicina ha prima urlato, incredula di fronte a ciò che stava vedendo, poi ha provato a intervenire, quindi ha afferrato il telefono di casa e ha chiamato i soccorsi. I carabinieri di Spinea e l’ambulanza del Suem di Mirano sono arrivati quasi subito sul posto, spegnendo le fiamme che ancora avvolgevano i vestisti dell’uomo. Le sue condizioni sono apparse subito gravi, tanto che i medici del Suem hanno deciso di trasportarlo d’urgenza direttamente a Padova, senza nemmeno passare per il Pronto soccorso di Mirano. Al centro patavino l’uomo resta sospeso tra la vita e la morte, con ustioni sul 90% del corpo. Se le sarebbe procurate con una bottiglietta di liquido infiammabile, trovata poi dagli inquirenti in cucina. Indagini in corso, quasi certo tuttavia l’atto volontario e disperato di autolesionismo.
Filippo De Gaspari
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