Si butta in canale e salva una donna: "Non sono un eroe"

Dipendente di un panificio di via Garibaldi non ci ha pensato due volte e si è tuffato: la signora ricoverata in Rianimazione, ma sta meglio
Silvano Secchi ha salvato una donna gettandosi nel rio dell'Arsenale
Silvano Secchi ha salvato una donna gettandosi nel rio dell'Arsenale

VENEZIA. Lui si meraviglia di tanto interesse per quello che ha fatto. «Per chiunque sia nato e cresciuto nelle calli di Venezia buttarsi in canale sarebbe venuto spontaneo, senza farci troppi ricami sopra» sostiene il 35enne Silvano Secchi , veneziano doc anche se ora abita in viale Vespucci a Mestre. Solo che lui per salvare una donna lo ha fatto in pieno inverno, giovedì poco prima delle 7 del mattino. La signora, dopo aver trascorso 48 ore nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale civile, si è ripresa e sta meglio, è fuori da qualsiasi pericolo.

A raccontare come è andata è lui stesso, he ogni mattina consegna con il suo carro il pane del panificio di via Garibaldi: «Come ogni mattina era partito da via Garibaldi per raggiungere la zona di San Zaccaria per consegnare il pane, erano tra le sei e mezzo e le sette. Avevo appena attraversato il ponte dell’Arsenale, quando sento una donna urlare “Se nega, se nega”. Allora, mi giro e torno sui miei passi per qualche decina di metri e guardo in canale, vedo una persona che galleggia, ma aveva la faccia in giù, dentro l’acqua, e vedevo solo la schiena». A quel punto, Silvano si è sfilato la giacca e anche il maglione e si butta, senza pensare agli occhiali da vista che, infatti, appena entrato in acqua affondano: «Il freddo non l’ho sentito al momento, forse sarà stata l’adrenalina», prosegue, «purtroppo c’era corrente e allora mi sono attaccato alla riva anche perché ho visto che la donna galleggiava ancora e veniva trascinata dalla mia parte. Mi sono staccato qualche secondo per afferrarla quando è arrivata alla mia altezza, quindi mi sono riattaccato a riva, all’altezza dei gradini di marmo per salire a riva». «Mentre cercavo di tirarla sù dagli scalini», prosegue Silvano, «mi stavano a guardare, quasi impietriti. Allora, ho urlato “Me volè dar na man o no”. Allora, si sono mossi e mi hanno aiutato a tirarla sulla riva e, intanto, un altro aveva chiamato il 118 e poco dopo è arrivata l’idroambulanza, i sanitari hanno cercato di rianimare la donna».

A causa dell’acqua che aveva respirato e anche del freddo le sue condizioni di salute erano critiche, per questo è stata tenuta sotto controllo nel reparto di Rianimazione. Già da ieri, comunque, era stata ricoverata in un altro reparto, visto che le sue condizioni erano migliorate. Non è ancora chiaro come fosse finita nel canale dell’Arsenale.

 

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