Si allontana l’ampliamento della centrale a biogas
CAVARZERE. La vicenda dell'impianto a biogas di Revoltante diventa un rebus. Venerdì pomeriggio, infatti, è arrivata in municipio una formale istanza di ritiro della procedura Via, da parte della società Martinelle energia, proponente dell'impianto.
Al momento non c'è una conferma ufficiale degli amministratori, ma la notizia è corredata da alcuni particolari che la rendono più che credibile. Poche righe per dire che l'istanza di valutazione di impatto ambientale, a suo tempo presentata alla Segreteria regionale ambiente (cosa che corrisponde all'iter seguito) viene ritirata per essere ripresentata, tra breve, all'Ufficio regionale tutela atmosfera.
Non c'è altro: né una spiegazione, né una previsione dei tempi, al di là della volontà di fare presto, scontata per qualsiasi imprenditore privato.
La prima conseguenza, però, è l'allungamento dei tempi della Via che, presumibilmente, dovrà ricominciare quasi daccapo permettendo così a un'amministrazione comunale incerta di acquisire gli elementi tecnici (invocati anche dal sindaco, Henri Tommasi, nell'affollata assemblea pubblica di giovedì a Dolfina) necessari a contrastare il progetto.
Più tempo avranno anche i comitati ambientalisti per sviluppare la loro opposizione e coinvolgere i cittadini (già ampiamente contrari) e le istituzioni.
«Se sarà confermata mi sembra un'ottima notizia» commenta Paolo Campaci, del Comitato sviluppo e ambiente «il primo risultato della mobilitazione che abbiamo messo in atto. Non so quali siano le ragioni del cambio di procedura in corsa ma, immagino, che la società proponente, vista la contrarietà popolare, voglia assicurarsi, sul piano normativo e burocratico, la massima possibilità di ottenere il permesso per l'impianto. Se ci riuscirà, però, è tutto da vedere: ci sono ostacoli insormontabili alla realizzazione. Non si tratta di mettere un filtro in più per abbattere gli odori o qualche albero per mascherare i palloni: ci sono problemi di viabilità, di fragilità del territorio, di “turismo dei rifiuti” da Fusina a Cavarzere, impossibili da superare».
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