Si aggrava la posizione di Chen
VIGONOVO. È stata notificata in carcere a Firenze, l’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Venezia, a Dejin Chen, il 46enne cinese, accusato di aver dato fuoco alla moglie dopo averla immobilizzata e cosparsa di mastice, colla infiammabile per le calzature, trasformandola in una torcia umana. Ora la donna - devastata nel volto e con profonde piaghe - sta ancora lottando al Centro grandi ustionati di Padova. Il 29 ottobre, due giorni dopo l’arresto a Firenze, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari di quella città, che ne ha prima convalidato l'arresto, poi ha firmato anche l'ordinanza di custodia cautelare in carcere e quindi si è dichiarato territorialmente incompetente, in quanto il fatto è avvenuto nel Veneziano. Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Mestre sono coordinate dal pm Alessia Tavarnesi, mentre il 46enne è difeso dagli avvocati Augusto Palese e Giacomo Gamba. Nell’ordinanza consegnata ieri, rispetto alle accuse fin qui mosse è stata contestata l’aggravante dell’uso di una sostanza altamente infiammabile e pericolosa, e questo fa intuire la convinzione degli inquirenti sul fatto che il cinese volesse uccidere la moglie. Questo per rafforzare il reato contestato: il tentato omicidio.
Domani nel carcere di Firenze interrogatorio di garanzia relativo a questa nuova ordinanza di custodia cautelare. Molto probabilmente l’arrestato non parlerà, in attesa di essere portato in prigione a Venezia dove verrà interrogato dal pm Tavarnesi.
Il cinese Dejin Chen è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Venezia, guidato dal capitato Enrico Risottino, che sono riusciti a rintracciarlo, in collaborazione con i colleghi toscani, a Firenze, dove era stato accolto e nascosto, dopo un primo soggiorno nelle Marche, da alcuni amici e da dove si apprestava a scappare in Cina. I carabinieri sono giunti sulle sue tracce intercettando una quarantina tra parenti e conoscenti cinesi dell'uomo - una comunità molto chiusa e omertosa, quella cinese residente in Riviera del Brenta. Sono riusciti, alla fine, ad ascoltare la telefonata che si è rivelata giusta: quella in cui un amico di Chen prendeva accordi per portargli a Firenze 10 mila euro.
Davanti al gip di Firenze che lo interrogava per rogatoria, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Xu Suizhang, che lo aveva nascosto - arrestato per favoreggiamento - è stato scarcerato e ha obbligo di dimora a Macerata, in attesa del processo già in calendario per il 17 gennaio.
Proseguono, intanto, le indagini per cercare di dare un movente al devastante gesto di violenza: ma la moglie di Chen è ancora ricoverata in prognosi riservata. Il fascicolo è nelle mani della pubblico ministero Alessia Tavarnesi.
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