Si accascia e muore in palestra durante la partita di calcetto

L'uomo è Alessandro D'Auria, 48 anni di Mestre. Si è accasciato al centro sportivo La Favorita, vani tutti i tentativi di rianimazione. Lo sgomento dei compagni di gioco: «Stava bene fino a un attimo prima»
Foto Pòrcile
Foto Pòrcile

MESTRE. Doveva essere una partita di calcetto tra amici, come tante altre, invece si è trasformata in una tragedia. Alessandro D'Auria, 48 anni di Mestre, si è accasciato durante un’azione di gioco e non si è alzato più. Inutili tutti i soccorsi, i tentativi di rianimazione, l’arrivo dell’ambulanza. L'uomo era titolare della ditta di pulizia Pulistar, padre di due figli, uno avuto appena dieci giorni fa.  L'uomo era titolare della ditta di pulizia Pulistar, padre di due figli, uno avuto appena dieci giorni fa. 

La tragedia si è consumata al Centro sportivo La Favorita. Un gruppo di amici si era dato appuntamento in una delle palestre del centro, che si trova in via dei Mille, una laterale di Via Terraglio, per una partita in allegria, non certo per agonismo o mera competitività. Una partita che, come già altre mille volte, si sarebbe conclusa con i piedi sotto la tavola, tutti insieme.

Frequentavano quella palestra con una certa frequenza fino a qualche anno fa, poi avevano smesso. Proprio ieri la decisione di riprendere quella vecchia abitudine. Un modo per ritrovarsi, per stare insieme, per giocare a uno sport che si adatta a tutte le età. Avrebbe dovuto essere una serata spensierata, al termine di una giornata di lavoro. E anche una rimpatriata tra vecchi compagni di gioco per festeggiare uno di loro, che proprio una settimana prima aveva ricevuto il regalo più bello che la vita gli potesse fare: era diventato padre per la seconda volta.

E invece, a qualche minuto dall’inizio della gara, il dramma. Uno degli uomini in campo, sulla cinquantina, improvvisamente si è sentito male e si è accasciato a terra. Proprio l’uomo che una settimana prima aveva avuto un secondo figlio. Proprio quello che avrebbe dovuto pagare da bere a tutti, alla fine della serata. Padre per la seconda volta, l’altro bimbo ha appena undici anni.

«Stava bene fino a un attimo prima» hanno raccontato gli amici. La palestra era dotata di un DAE (defibrillatore semiautomatico), che da diversi anni ormai è obbligatorio anche nelle strutture sportive dove si pratica attività non agonistiche. All’uomo è stato applicato subito un massaggio cardiaco da parte degli amici. Una volta, due volte, più volte: sotto gli occhi increduli e la disperazione che si faceva largo negli sguardi di tutti. Pochi minuti dopo è arrivata anche un’ambulanza, dal vicino ospedale Dell’Angelo. Ma a niente è valso l’intervento anche del personale del 118 e il tentativo dei medici di rianimare l’uomo. In serata alla palestra è giunta anche una volante della polizia. —


 

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