Shopping, a Mestre negozi e mercatini meglio della grande distribuzione

Lacchin: «Crescono i consumatori consapevoli: il 40% sceglie negozi e casette rispetto al 35% dei centri commerciali». Giocattoli e libri i regali più gettonati. L'aria della ripresa economica ha portato ottimismo
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre centro/ Mercatini natalizi e negozi
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre centro/ Mercatini natalizi e negozi

MESTRE. Shopping natalizio: dopo dieci anni di crisi si inizia a respirare un’aria di fiducia tra i consumatori mestrini. Le parole «speranza», «ottimismo» e «rilancio» vengono supportate dai dati di Confesercenti Mestre, che ha condotto un’indagine sui consumi natalizi su un campione composto per il 33% di uomini e 67% di donne, eseguito tra l’8 e il 13 dicembre scorso. Il consumatore tipo non è più preoccupato dalle spese di bollette e mutuo visto che quest’anno ha a disposizione un piccolo aumento della 13esima, che però preferisce destinare al risparmio, mentre ai consumi dedica, con molta oculatezza, più o meno quanto speso l’anno scorso.

«Perché un decennio di crisi ha modificato, in meglio, il modo di vivere e di acquistare i beni» spiega Michele Lacchin, responsabile dell’Ufficio Studi di Confesercenti «Nelle difficoltà la gente ha capito che il welfare non è per sempre e per tutti. Quindi spende con attenzione e con un occhio di riguardo alla solidarietà, valore presente anche nel portafoglio della reputazione delle grandi e piccole ditte, che nelle loro campagne pubblicitarie si dedicano a sostenere associazioni di volontariato e il sociale».

Una sensibilità che si è sviluppata anche nei confronti della città, con i consumatori che prediligono dividersi, nell’intenzione, a fare acquisti tra i centri commerciali (35,29%) e i negozi cittadini (30,59%) ai quali va a sommarsi il 9,41% dei mercatini natalizi, la cui presenza catalizza e vivacizza il centro città: si è consapevoli che gli acquisti dai negozianti fanno sì che non calino le saracinesche e con esse muoia la vita sociale della città.

«L’ottimismo che si respira» continua Lacchin «è dovuto a un’economia in generale ripresa, seppur tiepida rispetto al resto d’Europa, e in crescita almeno in Veneto, che soffre meno la disoccupazione di altre regioni». Rispetto al 2016, i prezzi al consumo sono rimasti più o meno gli stessi, mentre nel veneziano gli stipendi lordi sono aumentati del 2% (dati Jp Geography Index di Job Pricing) e le pensioni registrano un 3, 4% in più (dati Inps e Datalavoro): un piccolo tesoretto da mettere via.

Gli acquisti riguarderanno in primis i giocattoli, seguiti a pari merito da libri, abbigliamento e alimentari. Quest’ultima voce in calo rispetto al 2016, dove faceva la parte del leone. Poco hi-tech (cellulari, pc, televisioni): il consumatore li compera nei momenti più favorevoli (black friday e sconti on line). Moderazione dunque, perché le preoccupazioni dei mestrini sono ancora le stesse: sicurezza, compresa immigrazione e terrorismo (58,1%, ovvero +6,16% rispetto al 2016) ed economia e lavoro (30,38%, +6,85% dall’anno scorso).

Un’incertezza che si traduce con la riscoperta dei valori tradizionali del Natale, da passare in famiglia (68,24%), nel ritrovare i ricordi dell’infanzia sotto l’albero (da 0 a 9,41%), lasciando sempre più alle spalle la festa commerciale (-9,40%). Un Natale più autentico, il regalo positivo di un decennio di crisi.

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