Sgravi, un caso kafkiano «Credito di 270 mila euro»

La cooperativa San Marco di Burano è allo stesso tempo debitrice e creditrice Ma sembra impossibile un accordo con l’Inps. «Così noi rischiamo di chiudere»
Di Francesco Furlan
Lazzarini Interpress Venezia, 08.11.2011.- Uffici INPS Venezia.-
Lazzarini Interpress Venezia, 08.11.2011.- Uffici INPS Venezia.-

BURANO. Tra le 162 storie di aziende che devono restituire allo Stato la bellezza di quasi 90 milioni di euro, di cui 60 di soli interesse per aver goduto tra il 1995 e il 1997 di sgravi fiscali promossi dal governo per le aziende della laguna ma poi bocciati dall’Europa perché bollati come aiuti di Stato ce n’è una che merita di essere raccontata. Perché, se possibile, ancora più kafkiana delle altre. È quella della cooperativa di pescatori San Marco di Burano, di cui è presidente Luigi Vidal: novanta pescatori, otto dipendenti e un rapporto piuttosto complicato con l’Inps. Perché la cooperativa San Marco è tra quelle che a metà degli anni Novanta hanno goduto di quegli sgravi per le aree depresse - definizione nella quale era incluso l’ambiente lagunare - poi bocciati dall’Europa che ne ha richiesto la restituzione. Per la San Marco si tratta di una quota capitale di 240 mila euro per la quale un’ordinanza del Consiglio di Stato ha imposto la restituzione in attesa della sentenza definitiva per la definizione precisa degli interessi.

La cooperativa però non è solo debitrice, ma anche creditrice nei confronti dell’Inps dalla quale avanza, come certificato dal tribunale civile, 270 mila euro, per maggiori contributi versati tra il 2000 e il 2003. «C’era una legge che permetteva, nel rispetto di alcuni parametri, l’abbattimento dei contributi ma, dopo essere stati scottati dalla vicenda degli sgravi che era scoppiata per la prima volta qualche mese prima», spiega il presidente Vidal, «decidemmo di continuare a versare regolarmente a regime normale. Solo più tardi abbiamo potuto chiedere la restituzione delle somme versate in più». Sarebbe troppo facile però pensare che con l’Inps sia stato possibile raggiungere un accordo per arrivare a una compensazione. «Abbiamo un debito e abbiamo un credito», spiega Vidal, «ma c’è tutta la partita degli interessi che, nel caso del nostro debito per gli sgravi e secondo i calcoli degli interessi composti calcolati dall’Europa, fa lievitare la nostra somma a 800 mila euro. Per ora il Consiglio di Stato però ha imposto la sola restituzione della quota capitale, e quindi saremmo comunque in credito di 30 mila euro. Però che ha fatto l’Inps? Ci ha già sospeso il Durc - Documento unico di regolarità contributiva - che ci impedisce di accedere a finanziamenti pubblici». Per trovare una via d’uscita, per la cooperativa San Marco così come per le altre 160 aziende interessate, martedì c’è stato un incontro con il prefetto, che si è impegnato a fare pressing sul governo, quanto meno per il ripristino dei Durc sospesi, anche a parere del prefetto, senza un valido motivo. «E intanto noi», dice ancora Vidal, «richiamo di chiudere».

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