Sgravi, la mazzata del Consiglio di Stato
Sgravi fiscali da restituire all’Erario, con interessi e mora che fanno levitare fino a 90 milioni, i neppure 30 milioni di “aiuti” ottenuti venti anni fa: la tanto temuta “sentenza zero” è arrivata. Una prima scossa tellurica, alla quale altre ne seguiranno, rischiando di terremotare l’economia cittadina: si parte dal caso dell’hotel Cipriani, ma è solo il primo di una serie. Le imprese coinvolte nella vicenda sono ben 160 tra alberghi, aziende pubbliche come il Casinò e Actv, vetrerie, coop di pescatori. Grandi imprese e piccole realtà.
La sentenza. Nell’accogliere il ricorso dell’Inps contro l’albergo a 5 stelle alla Giudecca, il Consiglio di Stato - con sentenza 7839 del 13 maggio - ha definitivamente sentenziato che i benefici contributivi dei quali l’attività ha goduto nel lontano 1995-1997 vanno restituiti, così come stabilito dalle autorità europee per concorrenza sleale e senza necessità che l’Inps istruisca indagini caso per caso. Per il solo Cipriani si tratta di mezzo milione di capitale. Un’ultima parziale tregua i giudici la concedono, sospendendo il giudizio sul pagamento sanzioni e interessi (che fanno triplicare la cifra) in attesa della decisione della Corte di Giustizia europea, investita dalla Cassazione. Dopo vent’anni di battaglie giudiziarie tra Tribunale di Lussemburgo, Corte di giustizia europea, Tar veneto, ora arriva la parola definitiva del Consiglio di stato.
L’allarme delle imprese. Dopo un incontro in Prefettura ad aprile, una lettera aperta al premier Renzi sui giornali - rimasta senza risposta - di questi giorni l’incontro di Confindustria, degli albergatori e dei rappresentanti delle Coop di Venezia e Chioggia con i candidati presidente della Regione e, ieri, i candidati sindaco di Venezia. «Abbiamo fatto presente l’emergenza e tutti hanno condiviso le ragioni delle imprese», commentano da Confindustria Venezia, «confermando che la strada è quella di una necessaria mediazione del governo con l’Europa. Abbiamo anche inviato un ulteriore sollecito in Prefettura, all’inizio di maggio, perché non abbiamo sinora avuto alcun riscontro dal governo». «È una vicenda molto dolorosa e drammatica dalla quale la politica ha pensato bene sinora di stare lontana, lasciando le aziende sole», commenta Vittorio Ravà, amministratore delegato del Casinò e responsabile relazioni Confindustria «il problema vero è che la giustizia sta facendo di tutta l’erba un fascio, senza distinguere le singole realtà. Sarà un dramma, in primis per il CmV e il bilancio del Comune: solo il capitale da restituire è pari a 2,5 milioni. In generale, pretendere dalle imprese la restituzione di sgravi che erano stati concessi dallo stato italiano, con relative sanzioni sarà il tracollo definitivo del territorio, soprattutto per il settore del vetro».
L’attacco agli alberghi. Nello specifico turistico, i giudici del Consiglio di stato nella sentenza affondano la spada sul fronte turistico: «La giurisprudenza comunitaria evidenzia che per gli alberghi, il fatto di trovarsi nella città di Venezia o sulle isole della laguna può offrire grande libertà nella fissazione dei prezzi e rappresentare un vantaggio concorrenziale significativo, e che i costi supplementari sostenuti per i disagi lagunari sono ampiamente compensati dai prezzi più alti e in definitiva dalla attrazione unica della città lagunare».
Il prossimo passo. Seppur costretti a restituire gli sgravi, non mollare invece su sanzioni e interessi, facendo causa all’Inps per l’allungarsi dei tempi della vertenza, con relativo crescere di interessi.
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