Sgravi, il Tar conferma la sospensione
Un’altra battaglia vinta per gli imprenditori veneziani di vari settori economici nei confronti dell’Inps sul fronte della vicenda sgravi fiscali. Nei giorni scorsi il Tar, in modo collegiale, ha sospeso con un’ordinanza gli avvisi di pagamento inviati dall’Istituto previdenziale confermando una precedente decisione presidenziale dettata dall’urgenza. Quest’ultima decisione rafforza con tutta evidenza gli effetti della sospensiva in vista dell’ultima battaglia, almeno davanti ai giudici amministrativi veneti, quella del 26 marzo, quando gli avvocati delle due parti entreranno nel merito della questione e il Tar, dopo averli ascoltati, emetterà la sentenza. Gli avvocati Alfredo Bianchini e Francesca Busetto avevano presentato il ricorso per gli alberghi Cipriani, Monaco, Quattro Fontane, Rialto Inn, Biasutti, Metropole, Ala, Londra, Principessa e Continental, aprendo però la strada per tutte le altre aziende coinvolte in questa vicenda, che sono ben 160. Quello degli avvocati Bianchini e Busetto è dunque un ricorso pilota che riguarda 25 aziende, per la maggior parte hotel, ma non solo. «Si tratta di una decisione importante in previsione dell’udienza del 26 marzo» ha dichiarato l’avvocato Bianchini.
L'Inps ha riavviato l'azione di recupero degli sgravi contributivi del triennio 1994-97 dopo l'intervento della Commissione europea. Ques’ultima, nel 1999, aveva dichiarato che le agevolazioni concesse alle imprese veneziane erano incompatibili con la libera concorrenza. A quel punto l'Inps aveva emesso le cartelle esattoriali, ma lo scorso anno i giudici del Lavoro di Venezia le avevano annullate sul presupposto del mancato accertamento di violazioni dei principi della concorrenza e della incidenza negativa sugli scambi intracomunitari. Ma il governo Monti, con la legge di Stabilità del dicembre scorso ha di fatto annullato le sentenze della magistratura e ha introdotto un sistema in cui dovrebbero essere le imprese a dare la prova di non aver falsato la concorrenza. Così, gli imprenditori veneziani si troverebbero a dover versare i contributi per quegli anni, aumentati degli interessi: ad esempio il calcolo per l'hotel Cipriani supera i due milioni di euro, quello per l’albergo Monaco il milione e 500 mila euro. I due avvocati veneziani, nel loro ricorso. sottolineano che i giudici del Lavoro veneziani avevano «correttamente ritenuto che in mancanza di una puntuale attività istruttoria volta ad accertare l'incidenza dell'agevolazione concessa sul piano della concorrenza non si potesse dar luogo ad alcun recupero». Per i due legali veneziani i due articoli della legge di stabilità che si occupano della materia «rappresentanto un vero e proprio concentrato di abusi: del diritto e del buon senso». Avrebbero inoltre violato «ben più di una dozzina di norme della Costituzione», così hanno anche avanzato la tesi dell'incostituzionalità delle norme. Si scandalizzano, poi, del fatto che una legge possa cancellare le sentenze della magistratura. Infine, contestano il formulario così come è stato impostato. In una precedente decisione Il Tar aveva scritto che «appare dirimente l'indicazione fornita nella sentenza della Corte di giustizia della Comunità europea, secondo la quale prima di procedere al recupero delle somme oggetto di sgravi fiscali le autorità nazionali avevano l'obbligo di verificare, in ciascun caso individuale, se l'agevolazione concessa potesse o meno in capo al sua beneficiario falsare la concorrenza ed incidere sugli scambi intracomunitari». (g.c.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia