Sgravi da restituire, aziende ko Zoppas chiede aiuto a Renzi
Il presidente di Confindustria Venezia, Matteo Zoppas, lancia l’allarme dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione all’Inps, condannando l’hotel Cipriani a restituire tutti gli sgravi fiscali avuto tra il 1995 e il 1997 sulla base di un legge italiana per il sostegno delle aree economicamente disagiate e poi “bocciata” dall’Unione Europa.
Nella stessa situazione dell’Hotel Cipriani si sono altre 160 aziende - tra alberghi e piccole aziende veneziane e alcune chioggiotte dei settori del vetro, tessile e perfino cooperative di pesca e di addetti alle pulizie - che ora rischiano seriamente il pignoramento e la chiusura dell’attività se non restituiranno gli sgravi avuti. Matteo Zoppas non usa mezzi termini su questa vicenda dai tratti paradossali che si trascina ormai da vent’anni, tra annunci e smentite del Governo che hanno lasciato per tutti questi anni sulle spine centinaia di imprenditori veneziani. I quali hanno usato gli sgravi predisposti all’epoca da una legge dello Stato italiano, senza certo immaginare che l’Europa poi l’avrebbe bocciata a causa di un’errata comunicazione del provvedimento, emanato principalmente per sostenere le aree molto disagiate dell’Italia meridionale, alle autorità europee.
«L’assurda vicenda degli sgravi contributivi, risalenti agli anni ’95-’97, sta assumendo i contorni di un atto destabilizzante per l’economia veneziana», dice il presidente di Confindustria Venezia. «Negli ultimi giorni ha subìto un’improvvisa, inspiegabile e deleteria accelerazione sul piano tecnico-operativo, che può portare conseguenze devastanti».
Nel dettaglio, ad allarmare Confindustria i modelli Durc - rilasciati dall’Inps di Venezia - che non certificano il regolare pagamento di contributi e tasse da parte delle imprese che hanno usufruito degli sgravi, nonostante la Sezione Lavoro del Tribunale di Venezia abbia accolto un ricorso ordinando all’Inps l’immediato rilascio del Durc positivo «in quanto non va tenuto tener conto degli avvisi di addebito ai fini della verifica della regolarità contributiva».
Inoltre, fa presente ancora Confindustria, «Equitalia sta inviando le intimazioni di pagamento a tutte le aziende, indipendentemente dagli esiti dei ricorsi, mentre sarebbe indispensabile che solo dopo gli esiti dei singoli ricorsi, e comunque attraverso una rateizzazione, si procedesse all’esazione degli sgravi ricevuti».
«Lo scenario che si sta delineando», spiega Zoppas, «è quello entro il quale le molte aziende che non sono in grado di pagare subiranno un’espropriazione forzata che darà inizio ad una spirale perversa che le porterà al blocco dell’attività con conseguenze sull’occupazione diretta e a cascata sulla catena di fornitura. Si tratta di un vero e proprio atto destabilizzante dell’economia della città: con la scusa di un atto formale dovuto, in realtà si stanno accompagnando le aziende verso il baratro con la richiesta ad effetto tsunami. Per scongiurare questa drammatica deriva è necessario ed urgente che vi sia un’assunzione di responsabilità da parte della politica, a tutti i livelli, affinché si arrivi ad una soluzione della questione, non penalizzante per l’economia veneziana. Ci aspettiamo, quindi, che il Governo che sta chiedendo moratorie sulle pensioni abbia perlomeno la medesima attenzione per questa vicenda».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia