Sgomberata l’ex fornace Cavasin murate le porte e le finestre rotte

Spinea. All’interno dello stabile non c’erano persone, il Comune chiede alla proprietà di metterlo  in sicurezza. Ascoltate le richieste dei residenti e l’interrogazione del M5S: «E ora un piano credibile»

SPINEA. Uno dei punti di degrado maggiore di Spinea, l’ex fornace Cavasin, segna il primo passo, dopo le richieste dei residenti e del consiglio comunale, verso un possibile miglioramento, anche se adesso la palla passa ai proprietari dello stabile, i soli a poter cercare una soluzione definitiva.

Ieri mattina, poco dopo le 11, le forze dell’ordine hanno effettuato uno sgombero forzato della struttura dell’ex fornace Cavasin, uno dei luoghi segnalati da tempo dai residenti come lasciato all’abbandono e che negli ultimi mesi era tornata ad ospitare anche alcuni gruppi di senzatetto e sbandati, probabilmente rifugiatisi a Spinea dopo lo sgombero delle strutture occupate di Mestre e Marghera.

Nel corso di una mattinata di lavori, operai e polizia hanno svuotato lo stabile di quanto poteva essere portato all’esterno, pulito dalle immondizie le stanze e, infine, provveduto a chiudere tutti gli accessi murando le porte e le finestre che erano state rotte per consentire l’entrata agli occupanti. Al momento dello sgombero non erano presenti persone all’interno, e le forze dell’ordine si sono limitate a cercare eventuali presenze di sostanze proibite o eventuali segni che permettano di identificare gli abusivi, da trasmettere poi anche agli effettivi proprietari dell’immobile.

Sarà ora compito della proprietà garantire la sicurezza dell’ex fornace, in attesa di un futuro che, si spera, possa cambiare le carte in tavola. L’intervento delle forze dell’ordine arriva a seguito immediato della denuncia da parte dei residenti delle condizioni di disagio dell’area e dell’interrogazione urgente presentata pochi giorni fa in consiglio comunale dai consiglieri del Movimento 5 Stelle Massimo De Pieri e Stefania Mazzotta che avevano chiesto azioni di sgombero degli occupanti abusivi, pulizia e messa in sicurezza dell’area.

«Bisogna intervenire periodicamente per mantenere le condizioni di sicurezza e salubrità degli ambienti», spiega De Pieri, «La Fornace è un edificio privato e chi lo occupa abusivamente commette un reato e pone a rischio la propria incolumità, ma è un problema che riguarda la proprietà e non l’amministrazione, in quanto è il proprietario in caso d’ incidente a rischiare la denuncia».

È dal Pat 2012 che l’area attorno all’edificio è considerata “zona di sviluppo”, con l’idea di creare appartamenti e negozi, mentre del 2014 è un nuovo progetto architettonico di recupero, con un intervento che prevedeva la riqualificazione dell’edificio storico con la demolizione e ricostruzione delle superfici accessorie e destinazione ricettiva e commerciale.

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