Sfratti per morosità, oltre 520 in un anno

Una decina di casi a settimana. Preoccupano anche le occupazioni: allerta in rione Pertini, a Marghera e via dello Squero
Di Mitia Chiarin

L’emergenza abitativa in città ha due facce: quella degli sfratti che viaggiano a una media di una decina alla settimana e rischiano di arrivare così entro l’anno a quota 520. Sfratti che non sono più per finita locazione ma per morosità incolpevole. I problemi economici e la perdita del lavoro portano molte famiglie a perdere la casa. L’altra faccia è quella delle case pubbliche sfitte che dovrebbero essere riassegnate e che non si recuperano per la carenza cronica di fondi per le manutenzioni che penalizza gli alloggi di Comune e Ater.

Le occupazioni. Una situazione che apre la strada alle occupazioni. Non tutte per necessità. In terraferma si ripetono le segnalazioni di occupazioni da parte di persone che rubano o spacciano. L’ultima denuncia dal quartiere Pertini parla di una “ape regina” (questo il soprannome) che tiene il conto delle case sfitte e le indica a chi ha necessità di occupare in cambio di denaro. Al rione Pertini una decina di case sfitte (circa il 15 per cento dei 600 alloggi pubblici) ora sono state murate. L’emergenza colpisce anche Marghera e via Squero ad Altobello.

Emergenza da risolvere. In commissione comunale casa si stano cercando soluzioni. «La situazione è da bomba ad orologeria e va governata. Proseguiremo le audizioni. I cittadini del rione Pertini li sentiremo la prossima settimana», spiega il presidente Giancarlo Giacomin. «Ater è commissariato e ha grosse difficoltà a manutentare alloggi. Stiamo pensando a nuovi bandi per affrontare la criticità e dare risposte ai redditi medi. Pensiamo a strumenti per affittare a canoni scontati in cambio di un restauro. Ma ci sono anche alloggi privi di abitabilità e serve trovare uno strumento giuridico per agire al meglio». La vicesindaco Luciana Colle garantisce attenzione: «Stiamo lavorando ma la nostra logica è quella prima di fare e poi di annunciare», taglia corto. I dati. Dai dati raccolti in commissione risulta che Ater ha un patrimonio di 5.187 immobili nel Comune. A Venezia sono 2.606; a Mestre 2.641. Gli alloggi sfitti sono 965, dato che comprende i 217 appartamenti vuoti e i 748 da ristrutturare che necessitano di quasi 14 milioni per essere resi abitabili. Dei 5.187 alloggi Ater sono occupati senza titolo 179 appartamenti (52 tra Mestre, Marghera, Campalto e Favaro e i restanti 125 a Venezia e isole). A questi numeri bisogna aggiungere le 70 case occupate di proprietà del Comune, per un totale di 249 immobili occupati. Ater ha avviato 112 procedure per sgomberare gli occupanti e 53 per morosità. La media delle occupazioni negli ultimi anni è di 19 all’anno. Ater in commissione ha annunciato che presenterà a breve una relazione in Procura.

Nuove leggi e inquilini. «Più che le barricate serve il dialogo, molti sfratti li rinviamo grazie al confronto con legali e ufficiali giudiziari ma si viaggia a 5-6 al giorno programmati e spesso rinviati», racconta Ivana De Rossi, storica segretaria del Sunia che lamenta al Comune di Venezia di aver tagliato i contributi all’affitto che aiutavano tante famiglie ad evitare l’incubo dello sfratto. In Regione è pronto il nuovo testo sulla Legge regionale per l'Edilizia residenziale pubblica con la revisione del tetto massimo di reddito di 107 mila euro, cifra da molti considerata ingiusta nei confronti di chi davvero ha bisogno di una casa. Pronta a presentare una raffica di osservazioni è Matelda Bottoni dell’Unione inquilini di Venezia che ricorda «che la legge regionale del 1996 andava modificata ma restano tante questioni da chiarire come il reddito Isee. Serve un reddito di permanenza per garantire il diritto alla casa».

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