Sfratti, fondi inutilizzati «Serve un tavolo comune»

Prelevata solo una parte dei 50 mila euro stanziati nel 2015 dal Patriarcato Il Sunia: siamo in emergenza, serve un coinvolgimento maggiore dei sindaci
Protesta contro lo sfratto della signora Castaldo e fam. dall'app. di via Zen 33 a Marghera
Protesta contro lo sfratto della signora Castaldo e fam. dall'app. di via Zen 33 a Marghera
L’emergenza case sta toccando un picco che non si verificava da anni. «Mai visto una situazione come quella attuale» afferma Ivana De Rossi, segretario generale del Sunia (Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari) «Auspico che al più presto venga ripristinato un tavolo tra istituzioni, Patriarcato e sindacati per trovare delle soluzioni alle tante famiglie in difficoltà».


Ieri mattina De Rossi ha incontrato il patriarca Francesco Moraglia per parlare del problema delle morosità incolpevoli, risultato delle tante persone che perdono il lavoro e che non sono più in grado di pagare l’affitto o il mutuo. «Lo Stato non può dare più di 8000 euro per i casi di morosità incolpevole» spiega la segretaria generale, da trent’anni, del Sunia «Ma quei soldi bastano a malapena a pagare gli affitti non pagati e le spese legali, ma nulla cambia. Se una persona non ha lavoro, non può rinnovare l’affitto». Gli unici soldi che sono ancora disponibili sono i 50 mila euro stanziati dal Patriarcato nel 2016: «Pochi Comuni sanno che possono attingere a quella somma» prosegue De Rossi «Finora ne sono stati usati una minima parte. Certo, non risolveranno tutto, ma se ci sono si possono usare». Chi perde il lavoro entra in un girone infernale, anche perché non ci sono case popolari per tutti e la lista è lunga. Tra chi è in difficoltà tanti stranieri, ma anche tante famiglie italiane: «Per gli stranieri a volte è una difficoltà doppia perché vengono visti male, ma sono anche loro persone che hanno perso il lavoro» afferma De Rossi «Ormai è sparita la fascia media, o ci sono ricchi o poveri. Noi cerchiamo di aiutare queste persone anche offrendo il supporto legale, ma sono tanti e bisogna fare qualcosa».


Il Patriarca ha ascoltato le parole della segretaria generale e ha condiviso la stessa preoccupazione. Nelle prossime settimane si vedrà se il tavolo tra Patriarcato, Comune e sindacati ripartirà: «Vorrei che venisse anche il sindaco» ha detto De Rossi «Per rendersi conto com’è la situazione nei 44 comuni che seguiamo». Le famiglie sono disperate ovunque, in particolare a Chioggia, Mira e Mirano, ma anche Venezia e Mestre. «Una volta quando avevo un problema chiedevo a qualche agenzia immobiliare di fiducia», conclude De Rossi, «ma adesso a Venezia è impossibile perché ogni metro quadro viene affittato e non ci sono più appartamenti se non per turisti». A risentirne sono sempre i bambini che si trovano a dover affrontare un’infanzia di privazioni e di grande disagio.


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