Sfida al monte Emilius: Moreno Pesce è pronto

L’atleta paralimico noalese e la lotta per il climate change. «Obiettivo la riduzione delle emissioni di gas serra». «Sfida alla disabilità con la montagna vera»
Laura Bergamin
Moreno Pesce è nato a Noale nel 1975. È un atleta paralimpico sempre pronto a nuove sfide
Moreno Pesce è nato a Noale nel 1975. È un atleta paralimpico sempre pronto a nuove sfide

Moreno Pesce lancia la sfida al Monte Emilius. Il paralimpico noalese pronto per una nuova avventura. «La nostra sfida non si ferma» spiega Pesce. «Siamo pronti ad abbattere la montagna psicologica della disabilità affrontando le montagne vere, nel nome di una missione che ci unisce, la lotta al climate change, per ribadire una risposta che chiediamo tutti da anni: ridurre le emissioni di gas serra».

La scalata al Monte Emilius inizierà domani. 3.559 metri con l’obiettivo di ritrovarsi in cima e dimostrare che così come nessuna vetta è impossibile da raggiungere, lo sforzo per salvare il pianeta dal climate change è possibile.

«Le mie gare sono prima di ogni cosa una sfida con me stesso. Quando gli organizzatori mi permettono di partecipare è un piacere arrivare al traguardo. Prima ero il solo disabile. Ultimamente, alcuni amici di “gamba”, mi fanno compagnia. È un piccolo successo vederli con me a confrontarsi su questi terreni».

La scalata del Monte Emilius è un altro successo che andrà ad aggiungersi agli altri 200 eventi che lo vedono protagonista, tra cui almeno 35 trail e oltre 150 vertical per una media di 50mila metri di dislivello positivo percorsi ogni anno.

«Il progetto prevede 3 team composti da 1 disabile, 1 accompagnatore e 1 accompagnatore di territorio/guida. Il gruppo montuoso del Monte Emilius – racconta Pesce – si trova posizionato nella zona centrale della Valle d’Aosta».

«Il Rifugio Arbolle quindi, offre diversi itinerari di accesso molto vari tra loro. Dalla più conosciuta via che parte dall’arrivo a monte della seggiovia Pila-Chamolé, alle meno conosciute che iniziano dalla Val di Cogne. Il nostro percorso in particolare prevede due itinerari suddivisi in base alle difficoltà ed alle caratteristiche individuali dei tre atleti che si congiungeranno in vetta per poi ridiscendere per la via Normale: Il primo Rifugio – Ferrata Monte Emilius Variante (con partenza alle 4. 30), e il secondo Rifugio – Monte Emilius via Normale (partenza alle 6). Il tutto all’insegna del #noplacetoofar».

«Siamo pronti a questa grande sfida che ci attende. Il legame tra cambiamento climatico e diritto alla salute – conclude l’atleta paralimpico – è riconosciuto dagli accordi di Parigi. Non è una novità di come il clima impazzito incida sulle fasce più deboli della popolazione, quindi anche sui disabili».

«Una reazione costruttiva al cambiamento climatico offre l’opportunità di riequilibrare le disuguaglianze a livello globale. Noi affrontiamo la vetta del Monte Emilius proprio per abbattere ogni pregiudizio e lanciare così un messaggio di forza e speranza».

A fine agosto, Pesce, accompagnato dalla guida alpina Lino De Nes ed dal video maker Jacopo Bernard era salito in cima alla Tofana di mezzo. La salita affrontata è stata sin da subito molto impegnativa sia per l’inclinazione del percorso in ferrata che per le condizioni meteo che mai hanno permesso di godere del panorama di questo monumento delle Dolomiti ampezzane.

Causa le condizioni meteo giudicate non adatte durante l’ascesa da Lino De Nes, ha scelto ai fini della sicurezza di tutti e tre i componenti del team, di optare per una variante del percorso, che ha permesso comunque di raggiungere la vetta. Un uomo, Pesce, meglio un atleta paralimpico che si è rimesso in gioco ogni giorno, con enormi sacrifici, volontà e dedizione diventando il portavoce di una montagna possibile anche dopo un incidente invalidante come il suo.

«Ogni vetta ha un sapore speciale, questa dà un senso profondo ad un percorso certamente non scontato, in un ambiente impervio di suo che diventa esempio di rinascita per tanti» commenta Pesce.

Argomenti:storie

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia