Sfida a due per l’aeroporto Nicelli domani l’apertura delle buste
LIDO. C’è la Sace, società che gestisce l’aeroporto di Biella; e c’è il Gruppo Servizi Associati, consorzio con base a Roma attivo nel settore aeroportuale.
Sono loro a sfidarsi per comprare il 50,77 per cento dell’aeroporto Nicelli del Lido, che il Comune di Venezia ha messo in vendita con una base d’asta di 26 mila euro: alle 9 di domani, a Ca’ Farsetti, è in programma l’apertura delle buste con le offerte presentate ieri dalle due società, entro la scadenza dei termini. Si apriranno i sigilli di ceralacca e si scoprirà se le due proposte d’acquisto hanno tutti i titoli in regola e - se sì - quale la più vantaggiosa per il rilancio dell’aeroporto del Lido, sulla carta in vendita per meno del prezzo di un garage.
«Non è così», scandisce l’assessore al Bilancio, Michele Zuin, «perché chi si aggiudicherà la gara dovrà farsi carico anche di 400 mila euro di passivo della Nicelli Spa e dovrà presentare un piano di rilancio superiore a quello di 200 mila euro presentato dall’attuale società». Più qualche altra decina di migliaia di euro da versare al socio di minoranza Save, se la società che gestisce l’aeroporto Marco Polo e quello di Treviso, con partecipazioni nel Catullo di Verona e nello scalo belga di Charleroi, vorrà uscire definitivamente dal Nicelli, dopo aver deciso di non esercitare il diritto di prelazione.
Un’operazione da circa 700 mila euro, dunque, che non sembrano in ogni caso poi molti per aggiudicarsi uno scalo che è un gioiellino dell’architettura razionalista, da sempre con ambizioni da hub per il turismo d’èlite, mai però sinora realmente decollate dalla sua pista in erba lunga un chilometro.
Non sarà invece della partita l’imprenditore trevigiano Bruno Zago - titolare della cartiera Pro.Gest - che gestisce l’aeroporto di Asiago e che ha deciso di chiamarsi fuori.
Domani si saprà se il Nicelli avrà una nuova proprietà tutta privata e quali i piani di rilancio per lo scalo: certo la gestione dell’aeroporto non era tra le priorità dell’amministrazione - in tempi tanto magri - ma la vendita delle quote è stata comunque imposta dalla nuova legge sulle aziende partecipate, che obbliga gli enti a vendere le partecipazioni in società non strettamente di servizio. L’auspicio della vigilia - espresso dallo stesso assessore Zuin - era che si presentassero «tanti imprenditori del settore per avere maggiore concorrenza». Si sono fatti avanti in due: «Segno che non abbiamo “regalato” il Nicelli», chiosa Zuin, «vedremo comunque se hanno le carte in regola, piano industriale compreso».
Simone Bianchi
Roberta De Rossi
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