Setten cerca di patteggiare ma il giudice si astiene

Pramaggiore. Colpo di teatro al processo per il fallimento del gruppo industriale Il magistrato ha giudicato incongrue le pene previste da accusa e difesa
TREVISO 10/11/2005 PRESENTAZIONE NUOVO ALLENATORE CALCIO TREVISO ALBERTO CAVASIN IN FOTO IL PRESIDENTE SETTEN nuovo allenatore calcio tv cavasin
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PRAMAGGIORE. Tre mesi da aggiungere alle precedenti condanne subite a causa dei fallimenti delle altre società del gruppo per Ettore Setten e per Luciano Rebecca, un anno e sei mesi per il figlio del primo, Fabio. Queste le pene sulle quali avevano trovato l’accordo per il patteggiamento il pubblico ministero di Venezia Stefano Ancilotto e i difensori, gli avvocati Antonio Franchini e Tommaso Bortoluzzi. Ma il giudice dell’udienza preliminare lagunare Roberta Marchiori le ha ritenuto incongrue e non le ha accolte. Un attimo dopo ha dichiarato di volersi astenere. La prossima udienza, dunque, la deciderà il presidente dell’Ufficio Giuliana Galasso, che comunque potrebbe anche respingere la richiesta di astensione o, al contrario, potrebbe accoglierla assegnando il fascicolo ad un altro magistrato. Una decisione, quella della richiesta di astensione del giudice, che ha preso di sorpresa sia i rappresentanti dell’accusa sia della difesa.

Padre e figlio erano titolari e il terzo amministratore delegato, della Record Cucine e devono rispondere di bancarotta fraudolenta, un reato per il quale il pm veneziano ha chiesto il rinvio a giudizio. Secondo Ancillotto lo avrebbero commesso nella vicenda del fallimento della storica azienda di Pramaggiore. Il fallimento era stato dichiarato nel settembre di tre anni fa. Infatti, il cinque settembre di quell’anno il Tribunale fallimentare di Venezia aveva respinto la richiesta di concordato preventivo, che era stata presentata nel marzo dello stesso anno. L’azienda di via Pacinotti era l’ammiraglia del gruppo Setten e la seconda azienda del settore legno del territorio per numero di addetti, ma versava in gravi difficoltà economiche dal 2011. Secondo l’accusa, la bancarotta sarebbe scattata per distrazione in seguito a vari versamenti fatti dalla società a Ettore Setten, per un ammontare complessivo di 1,2 milioni di euro. I versamenti erano avvenuti nello stesso periodo in cui era scoppiato il caso del fallimento del Calcio Treviso. Secondo sempre l’accusa, una parte del denaro della Record sarebbero sicuramente stati usati per sanare i bilanci della società sportiva. A quanto pare già in una memoria difensiva, gli stessi Setten, avevano ammesso che una parte del denaro era finita nel bilancio del Treviso Calcio. Oltre alla figura dell’anziano imprenditore, è rimasto coinvolto anche il figlio. La linea della difesa è che successivamente al versamento del denaro sui conti del Treviso Calcio e prima della dichiarazione di fallimento dell’azienda, Setten avrebbe finanziato i soci per somme ben superiori a quelle "stornate". Complessivamente si tratterebbe di una cifra di poco superiore ai 3 milioni.

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