Settecento “tocchi” in aria la gioia dei giovani laureati
Più di settecento “tocchi” scagliati contro il cielo e poi recuperati a mezz’aria, sotto gli occhi orgogliosi e commossi di oltre tremila amici, parenti e compagni di studi: continua la tradizione delle proclamazioni in piazza San Marco per l'università Ca’ Foscari, che ieri ha riempito di nuovo il salotto buono del centro storico per celebrare i suoi ultimi neo dottori, freschi di laurea triennale, alla presenza del rettore Michele Bugliesi, della presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano e del mestrino Massimo Russo, condirettore de La Stampa e ospite d’eccezione sul palco allestito ai piedi del museo Correr.
Un’usanza, quella del lancio dei berretti da laureando, che non apparterrebbe agli atenei italiani, ma che l’università lagunare ha mutuato dalla tradizione anglosassone trasformandola in un appuntamento fisso per la città, che anche ieri ha risposto con enorme partecipazione: se i posti a sedere erano ovviamente tutti occupati (all’incirca tre biglietti a disposizione di ogni studente, per garantire ai familiari di ciascuno la possibilità di seguire la cerimonia comodamente), ancora più numerosi erano infatti gli spettatori che si sono dovuti accontentare di radunarsi sotto le procuratie, o di accalcarsi intorno alle transenne che delimitavano palco e platea; vestiti dei propri abiti migliori e baciati da un sole quasi estivo (tanto caldo da convincere la maggior parte dei ragazzi ad abbandonare le giacche per restare in maniche di camicia), i tantissimi presenti hanno davvero trasformato il pomeriggio di ieri in un momento di festa collettiva, tanto da attirare sguardi curiosi e commenti entusiastici anche da parte dei turisti, che di fronte alla basilica non mancano mai.
«Molti di voi proseguiranno gli studi, altri inizieranno una carriera professionale», ha esordito dal pulpito il rettore, rivolgendosi direttamente ai suoi laureati, «ma sono convinto che a tutti siano stati forniti i migliori strumenti per continuare lungo la propria strada. La realtà di oggi ci impone poi di riflettere sul valore della cultura come elemento di pace e di coesione, e anche su questo Ca’ Foscari si è dimostrata sempre più attenta, con nuovi corsi magistrali avviati ogni anno per favorire la cooperazione internazionale e la ricerca».
«Il nostro obiettivo è quello di trasformare Venezia in un grande polo universitario, sul modello di Boston», ha fatto eco la presidente Damiano. «Non è possibile che ogni anno tantissime menti brillanti scappino all’estero perché qui non vedono premiati merito e competenza: viaggiare deve essere una scelta, non un’imposizione». «Nel giorno del vostro successo vi voglio parlare del fallimento», ha poi continuato Russo, dopo aver ricordato con un sorriso la sua esperienza di laurea, «perché adesso che siete di fronte a un importante spartiacque della vostra vita è bene tenere a mente che, come nella scienza, il fallimento è parte fondamentale del processo di apprendimento. Non permettete a nessuno di etichettarvi, imparate piuttosto ad adattarvi e a sfruttare le opportunità che il mondo oggi vi offre, anche nella crisi: questo non è ottimismo, ma pensiero vitale».
Dovuto, infine, un pensiero rivolto a Valeria Solesin e Giulio Regeni, vittime del mondo ma anche fulgido esempio da seguire per tanti ragazzi che si apprestano a seguire i propri sogni con la stessa passione che contraddistingueva i due giovani scomparsi.
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