Sette anni all’autista cocainomane
JESOLO. Ha tentato di giocare di furbizia, ieri, all’ultimo appuntamento in aula poco prima della sentenza forse per rallentare il processo che ormai procedeva verso il traguardo finale. Ma è andata male. Bocciata ogni richiesta, il giudice di Padova Nicoletta Stefanutti si è ritirata in camera di consiglio. Cinquanta minuti più tardi, ha letto la sentenza ed è arrivata la condanna a 7 anni di carcere per Lorenzo Ottaviani, 40 anni di Ardea (Roma), l’autista drogato alla guida della corriera con 22 passeggeri a bordo (ex carabinieri in congedo, simpatizzanti e familiari) diretta al raduno nazionale dell'Arma previsto a Jesolo, mai arrivata a destinazione e finita nella scarpata di un cavalcavia a Ponte San Nicolò con il tragico bilancio di 5 morti e 17 feriti. Era il 5 maggio 2012.
Il giudice ha inflitto a Ottaviani sei anni di carcere per omicidio colposo e lesioni colpose plurimi, 12 mesi d’arresto e un’ammenda di 4 mila euro per la guida in stato di alterazione in seguito all’accertata assunzione di cocaina, obbligandolo (in solido con la ditta Fratelli Ottaviani srl titolare del mezzo) al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di quasi due milioni di euro (1.947.000 euro di anticipo sul risarcimento che dovrà essere definito nell’ambito di un separato giudizio civile) e di 42.500 euro di spese legali sempre a favore delle 19 parti civili costituite tutelate dagli avvocati Daniela Ghezzo, Marco Moroni di Aprilia, Massimo Magli di Prato e Vincenzo Sinopoli. Il giudice ha anche ordinato la revoca della patente a carico di Ottaviani che era riuscito a riottenere il documento di guida grazie a un ricorso al giudice di pace. Il pm Emma Ferrero aveva sollecitato una condanna ben più pesante a 12 anni di carcere. Alla fine la sentenza che ha chiuso, almeno in primo grado, la dolorosa vicenda.
In aula alcune vittime hanno ascoltato in lacrime la lettura del dispositivo. Ha pianto Sabrina Palladini che rischiò di morire, restò in coma a lungo e porterà per sempre i segni di quell’incidente: «La Giustizia trionfa... Sono un po’ soddisfatta», ha detto commossa, «Ammetto che ho provato disgusto all’inizio dell’udienza quando si è rischiato un rinvio. Quell’uomo (Ottaviani) non ha mai avuto una parola di scuse o di pentimento. E io, che resterò per sempre con una disabilità». (c.g.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia