"Sesso tra giovanissimi senza precauzioni, aumentano i parti tra minorenni"

In aumento il numero delle ragazze che il lunedì chiedono la "pillola del giorno dopo"
Pasquale Borsellino, Usl 8
Pasquale Borsellino, Usl 8

TREVISO. La tredicenne che lo scorso febbraio ha dato alla luce un bambino al Ca' Foncello, preferendo non riconoscerlo e darlo in adozione, apre uno squarcio profondo sul rapporto che i giovani di oggi hanno con la propria sessualità. La tendenza che più preoccupa è l'aumento dei parti delle baby mamme anche nella Marca Trevigiana.

Anziché calare, le gestazioni delle adolescenti sono nettamente aumentate negli ultimi tre anni. I dati registrati dal reparto di Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale di Treviso lo dimostrano. Nel 2014 hanno partorito una decina di minorenni, nel 2013 le mamme bambine sono state 8. Una crescita apparentemente ridotta, ma che può considerarsi esponenziale se si considera il numero dei parti di ragazze in giovanissima età registrato nel 2012 quando le adolescenti arrivate in sala parto furono solamente 3.

Non esiste un profilo tipo di queste giovani, ma alcune caratteristiche le accomunano. L'età ad esempio: buona parte delle ragazze ha 16 anni, salvo qualche eccezione, come il recente caso della tredicenne e il parto di una quattordicenne che risale a cinque anni fa.
Molte volte anche il partner è minorenne come dimostra il caso eclatante di una coppia di terza media, lui 12 anni e lei 13 di Castelfranco, che sono diventati genitori nel 2014. E come possono confermare anche i dati dei consultori che evidenziano come i primi rapporti sessuali si abbiano a 14 anni ignorando spesso le contraccezioni.

«L'esperienza clinica ci dice quanto la fascia adolescenziale sia a rischio. I ragazzini sfuggono al controllo genitoriale e allo stesso tempo per il genitore è difficile pensare a una figlia sessualmente attiva in giovane età» spiega Pasquale Borsellino, responsabile del servizio per l'Età Evolutiva dell'Usl 8, «mentre nella relazione con i coetanei l'approccio all'affettività è immaturo e avviene senza alcun tipo di contraccezione».
Un'istantanea che non trova conferma solamente in sala parto. Il ricorso alla “pillola del giorno dopo”, facendo affidamento sui consultori del territorio, è un altro segnale preoccupante di quanto i teenager sottovalutino le conseguenze di una sessualità “improvvisata”.
«Ogni lunedì le richieste della cosiddetta contraccezione di emergenza salgono. Come azienda sanitaria vediamo dalle due alle tre ragazzine che richiedono il farmaco per poterlo assumere entro le 72 ore» aggiunge Borsellino. Un fenomeno significativo che lascia intravvedere un aumento dei rapporti intimi non protetti tra i ragazzini, soprattutto nei fine settimana, complici le uscite, le nottate in discoteca e talvolta, lo sballo.
Collaterale ma non troppo è anche la crescita delle infezioni sessualmente trasmissibili come clamidia e gonorrea tra i giovanissimi. E' in questo mondo complesso, fatto di incomunicabilità tra il adolescenti e adulti che Borsellino auspica un cambio di passo da parte delle istituzioni.
«I servizi di educazione sessuale nella provincia di Treviso sono stati fortemente depotenziati, non si investe su questo tema» denuncia l'esperto «tutto ciò è un controsenso. In un momento in cui gli adolescenti sono particolarmente esposti si dovrebbe fare molto di più, sostenendo interventi educati e formativi di prevenzione all'interno delle scuole. La pianificazione del benessere dei giovani dovrebbe essere fatta tenendo presente che la salute non è solo negli ospedali». Soprattutto tenendo conto anche del “sexy bombardamento” che arriva attraverso social network, televisione e internet.

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