Sesso, i ricercatori cattolici studiano il "famolo strano"

L'Istituto universitario salesiano di Mestre organizza una ricerca sulle nuove preferenze sessuali degli italiani: dal sadomaso al bondage, dal kinbaku alla sottomissione
MESTRE. Come stanno cambiando le abitudini sessuali degli italiani? E ci sono interessi sessuali «particolari» più o meno spinti che fanno parte della libera scelta degli individui e altre pratiche sessuali nelle quali l'indipendenza della scelta dei partecipanti è messa in discussione da fenomeni come quello della sudditanza psicologica.
 
 I «patti» siglati tra dominatore e dominato possono essere considerati violazioni all'interno di un percorso processuale? Come trovare il limite (se esiste) per segnare il passaggio da parafilie a patologie? A studiare tutti gli aspetti del “famolo strano” sono stati i ricercatori cattolici dello Iusve, l'università salesiana di Mestre, che esporranno i loro risultati scientifici nel convegno che si terrà sabato 7 ottobre nell’Aula Magna del Campus della Gazzera.
 
Forse non un caso che avvenga proprio qui a Nord Est, e in particolare nel Veneziano, dove quest'estate si sono registrati un fiorire di casi di "sesso in pubblico", su pontili dei vaporetti e lungo il Canal Grande, fino all'organizzazione della "crociera degli scambisti", partita dal porto di  Venezia e tuttora in corso a bordo della nave passeggeri "Azamara Quest".
 
Una "crociera per scambisti" in partenza da Venezia
 
Organizzato dal Dipartimento di Psicologia con la collaborazione del Master universitario di II livello in sessuologia (unico Master universitario italiano rivolto sia a psicologi che medici) e del Master universitario di I livello in criminologia il convegno cercherà di capire come stanno cambiando le abitudini sessuali alla luce di quanto sostiene l'ultima versione del Manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali, pubblicato in Italia nel 2014. 
 
«Il termine parafilia indica qualsiasi intenso e persistente interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti – dice il manuale - Ci sono anche specifiche parafilie che generalmente sono meglio descritte come interessi sessuali preferenziali piuttosto che come interessi sessuali intensi».
 
 «Le parafilie – spiega Salvo Capodieci, direttore del Master in Sessuologia di Iusve –riguardano principalmente le attività sessuali dell’individuo. Alcuni esempi sono l'interesse intenso e persistente verso lo sculacciare, fustigare, tagliare, legare (il Kinbaku) o strangolare un’altra persona, o un interesse per queste attività che uguaglia o supera l’interesse dell’individuo per il rapporto sessuale, o un’equivalente interazione con un’altra persona. Oppure «oggetti verso cui è rivolta l’attività sessuale: interesse intenso e persistente o preferenziale per cadaveri, individui mutilati, animali, cose inanimate (scarpe o oggetti di gomma, ad esempio). Il manuale chiarisce che fantasie e pratiche presenti nel BDSM, consensuali e che non comportano alcun rischio di danno a se stessi o ad altri, non possono essere considerate disturbi mentali. In questo modo l'asticella che divide la normalità dalla perversione si sposta sempre più in basso e risulta difficile stabilire una linea di demarcazione tra condotte considerate accettabili o normali e quelle che debbono essere considerate un disturbo parafilico».
 
Nel pomeriggio il convegno si concentrerà invece principalmente sulle questioni di tipo criminologico e vittimologico che interessano il fenomeno del BDSM. «Affronteremo in particolare le conseguenze di tipo medico-legale delle pratiche BDSM e di come tali evidenze possono essere rilevanti in un eventuale percorso processuale – spiega Marco Monzani, direttore del Master in Criminologia - particolare attenzione verrà posta sugli equilibri di potere che, se violati, potrebbero portare a reati effettivi». Un viaggio dunque tra preferenze sessuali e imputabilità che darà anche il via alle iscrizioni per i due Master (al termine del convegno si terranno i colloqui di selezione per entrambi i percorsi, per informazioni sul master in sessuologia sessuologia@iusve.it per informazioni su quello in criminologia criminologia@iusve.it).
 
«L'interesse scientifico di IUSVE per il tema, certamente specifico e particolare, risponde sia ai bisogni formativi di professionisti della psicologia e della medicina, sia alla necessità di avviare una riflessione antropologica e valoriale seria e profonda, oggi spesso mancante o affrontata in modo parziale e relativista – dice Nicola Giacopini, direttore del Dipartimento di Psicologia di Iusve - Per questo, accanto al Master Universitario di 2° livello in Sessuologia, sono in corso di attivazione un Master di 1° livello in Educazione dell'affettività ed un Corso di Alta Formazione in Psicologia prenatale, ambiti preventivi decisivi per educatori, insegnanti e professionisti della cura».
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia