«Servono ormeggi per noi veneziani»
VENEZIA. A Venezia l’approdo per i residenti è quasi impossibile. Chi ci prova viene multato. «È successo anche a me», denuncia Rudi Vignotto, campione del remo e vincitore di 15 regate Storiche nei gondolini, «nel 2013 mi sono rotto un polso in allenamento a Sant’Erasmo. Sono andato al Pronto soccorso a bordo della mia barca per arrivare prima. Non essendoci posti riservati a chi deve andare in ospedale per noi veneziani, ho ormeggiato su una riva all’interno del rio. Ma un vigile mi ha multato con 70 euro. «Riva pubblica di carico e scarico», hanno scritto nel verbale.«Anche se era domenica mattina. È un problema che non è mai stato risolto».
Caso analogo quello successo a Mauro Gherardi, titolare di un cantiere motonautico. Era andato al cimitero per portare fiori sulla tomba del figlio, il Primo novembre. È stato multato per ché la barca era ormeggiata agli anelli dietro il pontile Actv.
«Da anni facciamo presente invano al Comune che bisogna creare degli ormeggi per noi veneziani», denuncia Vignotto, «A volte per noi abitanti delle isole andare in barca è una necessità». La richiesta di Vignotto, sottoscritta anche da altri abitanti delle isole e della città, sarà adesso inviata al Gabinetto del sindaco. «Al cimitero e all’ospedale, ad esempio», dice il campione del remo, «si dovrebbero creare dei posti barca, anche con colonnine a pagamento, come si fa per le auto in terraferma con le strisce blu, per dare a tutti la possibilità di poter fare visite ed esami al Civile, oppure di andare a trovare i ricoverati o i defunti a San Michele senza rischiare multe».
Un problema molto sentito da chi gira con la barca per i rii della città. Rispetto al traffico del Canal Grande si tratta di meno del 5 per cento del totale. Ma per i residenti, a differenza delle categorie che con la barca lavorano (motoscafisti e gondolieri) trovare l’ormeggio è quasi impossibile.
Il regolamento comunale prevede l’obbligo di attrezzare rive per lo sbarco e la sosta temporanea. Ma questo non è mai stato fatto seriamente. Così molti rii sono «occupati» da barche in concessione, da gondole. E chi ormeggia nei posti liberi rischia la multa per «abbandono di natante».
«Ridicolo», dice un diportista. Che non vuole nemmeno essere chiamato così. «Noi siamo residenti che si ostinano ad andare in barca, come vuole la tradizione», dice, «ci trattano molto male e danno la multa sempre a noi». La dimostrazione che il Comune non considera la tradizione e i veneziani che vanno in barca è anche quella che i residenti non possono passare la mattina sotto il onte di Rialto e sotto il ponte della ferrovia. Una ordinanza inutile, denunciano, perché colpisce una minima parte del traffico acqueo. In quelle ore davvero critico e a volte pericoloso per la concentrazione dei mezzi in Canal Grande.
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