Sergio Gori, colpito per colpire Montedison

Sergio Gori
Sergio Gori
29.01.1980

SILVIO GORI detto SERGIO
Deceduto

LUOGO: Mestre - Viale Garibaldi


Sergio Gori, nato a Bengasi, laureato in chimica, nel Veneto dal 1974, era il vice direttore dello stabilimento Montedison di Marghera. Un ruolo tecnico, ma importantissimo in un momento difficile per la grande industria. Scioperi, tensioni, programmi di ridimensionamento del personale… e in più le Brigate Rosse che decidono di colpire Gori per colpire la Montedison.


Piove alle 7.30 di quella mattina del 29 gennaio 1980, quando Sergio Gori scende dalla

sua abitazione di Mestre, in viale Garibaldi, e sotto il portone trova ad attenderlo i killer delle BR che lo freddano con sei colpi di pistola calibro 7,65 col silenziatore.


L’azione verrà rivendicata alle 9.30 con una telefonata al
Gazzettino
, da una voce femminile, e dopo qualche ora a Savona con un volantino dal gruppo "Nuovi Partigiani". Alla sera dello stesso giorno una telefonata anonima affermò che il volantino era un falso e che l’omicidio era da attribuire alle Brigate Rosse, come poi confermato in sede processuale. Inizia la stagione di lotta armata che coinvolge gli stabilimenti di Porto Marghera.


Le indagini sull’omicidio di Gori vengono condotte dal Capo della Sezione Antiterrorismo della Digos, dottor Alfredo Albanese, anche lui in seguito vittima delle BR. Una celebre fotografia lo ritrae proprio dinanzi al corpo di Sergio Gori.


Gori lascia, a 48 anni, la figlia Barbara di 17 anni e la compagna Maria Letizia. E’ lei che, prima dell’agguato, lo saluta sulle scale, è lei che si affaccia e lo vede morire.


Delle immagini di quel giorno, la più drammatica è quella di Maria Letizia inginocchiata

accanto al cadavere, vestita di scuro, mentre la pioggia porta via il sangue.


A Sergio Gori, riconosciuto Vittima del terrorismo, sono dedicate la via che porta al Parco Alfredo Albanese e una Scuola per l'infanzia a Zelarino.


Un cippo commemorativo, inaugurato durante l’edizione del Memory Day del 1999, lo ricorda nel luogo dell'agguato.
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