Serenissima Vigilanza, sono 5 i soci licenziati
La Cgil annuncia un presidio al terminal passeggeri del porto

Guardie della Serenissima al porto
MARGHERA.
Il secondo tentativo di conciliazione col presidente della Cooperativa di Vigilanza privata Serenissima è fallito ma la Filcams-Cgil non demorde e annuncia, oltre ai ricorsi legali, un presidio di protesta davanti al Terminal passeggeri del porto per venerdì prossimo. Ai primi tre licenziamenti, infatti, se ne sono aggiunti altri due, tutti per con la stessa motizazione: gravi ingiurie ai dirigenti e presunti «danni non patrimoniali» causati all'azienda che fanno mancare il «rapporto fiduciario» previsto dallo statuto della cooperativa e determinano la «cessazione del rapporto sociale», cioè il licenziamento. I cinque lavoratori sono dipendenti e soci della cooperativa di vigilanza e sicurezza, Serenissima, presieduta da Guido Carlin, con sede a Marghera circa 150 dipendenti, occupati in prevalenza nella vigilanza dei terminal passeggeri e merci del porto. Per la Filcams-Cgil «tutti e cinque i licenziamenti sono inaccettabili e rappresentano un grave pericolo per il futuro di tutti i soci e dipendenti della Serenissima che hanno diritto di vedere garantito il rispetto del contratto nazionale, di quello provinciale e della regolamentazione a cui sono soggette le società cooperative». La Cgil, col suo ufficio legale, si appresta a impugnare i 5 licenziamenti davanti al Giudice del Lavoro e a promuove cause civili e penali contro la Serenissima e alcuni loro colleghi di lavoro che avrebbero dichiarato in una lettera di averli sentiti ingiuriare gravemente la presidenza della Cooperativa. «I lavoratori licenziati erano tutti nostri recenti iscritti - commenta Leonardo Menegotto, della segreteria della Filcams - chiedevano solo il rispetto delle libertà sindacali, dei diritti contrattuali e delle regole di trasparenza e partecipazione a cui è soggetta qualsiasi cooperativa. Ma evidentemente questo non è piaciuto ai dirigenti di Serenissima, per questo vogliono sbarazzarsi dei nostri iscritti, licenziandoli o assegnando a loro i turni e i servizi più pesanti». «Per questo - conclude Menegotto - di appelleremo anche all'articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori che vieta la costituzione di sindacati di comodo da parte delle dirigenze aziendali». (g.fav.)
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