Serbatoi pensili con mezzo secolo d’età «Continui controlli»
. Le torri piezometriche di Veritas in Riviera del Brenta e Miranese? Quasi tutte costruite fra gli anni Cinquanta e Settanta e in cemento armato. «Le torri in funzione nel territorio dell’ex Acm», spiega l’azienda, «sono state tutte ristrutturate a partire da una quindicina di anni fa. Tutte son costantemente monitorate, controllate». Veritas interviene dopo le proteste sollevate dai residenti a ridosso della torre di sollevamento di via Caleselle, a Oriago, i cui pezzi di cemento armato cadono dalla struttura. Comitati e Comune di Mira hanno chiesto un incontro con l’azienda che ha annunciato un intervento proprio per questa torre già nel 2019. Sono 16 le torri sul comprensorio (anche se esiste anche la diciassettesima torre, quella dell’ex Mira Lanza di proprietà della multinazionale alta circa 70 metri ma che è a servizio della rete idrica). «Le torri», spiega l’azienda, «fanno parte della rete degli impianti di strutture Veritas per la quale sono stati investiti solo lo scorso anno 20 milioni di euro. Di questi 8 sono stati destinati per la rete di impianti collegati all’acquedotto (e quindi nella manutenzione delle torri) mentre altri 5,5 nelle fognature e 6, 5 nella depurazione».
Tutte le torri piezometriche fra Riviera e Miranese sono state costruite in cemento armato e la manutenzione di questo materiale deve essere continua. La torre di Veritas più alta è quella di Scorzè con 59 metri di altezza e si trova a Rio San Martino finita di realizzare nel 1966, mentre fra quelle più datate ci sono quelle di Paluello di Stra (iniziata nel 1958 e ora fuori servizio) e quelle di Sambruson di Dolo, Prozzolo di Camponogara e Fossò concluse tutte nel 1960, di circa 30 metri di altezza. La torre di via Caleselle di Oriago che crea preoccupazioni per i distacchi di materiale dai piloni di sostegno è alta circa 41 metri ed è stata costruita in cinque anni, fra il 1970 e il 1975. —
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