Sequestro delle palazzine Il costruttore si difende
CHIOGGIA. Via vai di curiosi e giornalisti da tutto il Veneto ieri ad Isola Saloni per vedere il maxicantiere “Adria Docks”, sotto sequestro dalle 11 di giovedì quando gli agenti della polizia locale hanno eseguito l’ordinanza del gip Alberto Scaramuzza. Ieri in città non si parlava d’altro perché si tratta di un sequestro imponente, sia sotto il profilo visivo, con quattro palazzine di cinque piani per 21.000 metri cubi, sia sotto il profilo materiale, trattandosi di un centinaio di appartamenti, garage, cantine e uffici per un volume di affari di 25 milioni di euro.
L’impressione che si raccoglie in città è che la vicenda si risolverà a breve con il dissequestro e che gli acquirenti che già avevano avviato le trattative per comprare i nuovi appartamenti, una quindicina, non avranno particolari problemi ad entrarne in possesso. Altro corso avrà invece il procedimento penale. Alle cinque persone indagate (il presidente della Ecohouse Garda, Pier Luigi Proietti, committente dei lavori, il presidente della società Adria Docks a cui è subentrata la Ecohouse, i due direttori dei lavori e l’amministratore unico della ditta esecutrice) vengono contestate alcune difformità nell’esecuzione dei lavori rispetto al permesso a costruire rilasciato dal Comune nel 2009 e il mancato stop al cantiere imposto a marzo scorso. Motivi che hanno indotto il pm Giorgio Gava a chiedere al gip di emettere l’ordinanza di sequestro preventivo come unica misura di garanzia “per interrompere gli interventi abusivi in corso in attesa delle decisioni che saranno assunte dalle autorità amministrative”. Secondo Proietti il cantiere è stato trovato operativo ad aprile perché qualcuno verbalmente aveva comunicato che si poteva proseguire grazie alla variante in sanatoria presentata nel frattempo. Il presidente della Ecohouse ritiene anche che la variante non sia mai stata inviata alla Procura della Repubblica e che alla base del sequestro ci sarebbe una mancata comunicazione tra uffici. Giustificazioni che dovrà dimostrare nel caso la società ritenga, come appare scontato, di rivolgersi al Tribunale del riesame per chiedere il dissequestro. Dal piruea Adria Docks il Comune avrebbe ottenuto una palazzina di 143 metri quadri (di tre piani) del valore di 398.000 euro e una piazza di 154.000. In municipio nessuno si sbilancia. L’assessore Riccardo Rossi conferma quanto dichiarato dal sindaco. «C’è un procedimento giudiziario in corso», spiega, «attendiamo di conoscere l’evolversi della vicenda. Se pensano di aver subito un’ingiustizia i privati adiranno le vie legali e dimostreranno le loro ragioni».
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