Sequestrate ottanta capanne
LIDO. Sulla base di una relazione della Guardia di finanza prima e della Polizia Municipale poi, sono state sequestrate tutte le capanne della zona “Miramare” del Lido, un’ottantina, alcune già sistemate sulla spiaggia, pronte per la prossima stagione, altre ancora da montare e sistemare, solitamente accatastate nella stagione invernale sulla parte iniziale dell’arenile in modo da evitare le mareggiate. Ieri, però, il Tribunale del riesame (presidente Angelo Risi, giudice relatrice Patrizia Montuori) ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Andrea Zuccolo e Dario Bianchini e ha dissequestrato e restituito le capanne a Paolo Piccolotto, il responsabile dello stabilimento balneare lidense. La Cooperativa Bagni di mare “Miramare”, questo l’intero nome, ha sede in Lungomare Marconi, al civico 61, e sta tra le capanne dell’Excelsior e quelle del Sorriso, verso i Murazzi.
Naturalmente, la decisione del Tribunale non fa decadere l’indagine della Procura sulla base della quale il giudice delle indagini preliminari David Calabria, un mese fa ha firmato il provvedimento di sequestro preventivo. Gli accertamenti proseguiranno per stabilire se la documentazione presentata ieri in udienza dai due legali, la stessa che ha convinto i giudici ad accogliere il loro ricorso, rispetti l’iter autorizzativo previsto dalle norme comunali e statali. Stando alle accuse, al responsabile del “Miramare” mancavano sia il permesso di costruire, che è il via libera concesso dall’amministrazione comunale, sia l’autorizzazione dal punto di vista paesaggistico. Insomma, non sarebbe stato lecito accatastare quelle capanne sul fondo dell’arenile per l’intera brutta stagione, per farlo, ad esempio, gli altri stabilimenti balneari della spiaggia del Lido avevano chiesto permessi ed autorizzazioni.
Secondo i due avvocati della difesa, prima di tutto, per le capanne, che sono strutture provvisorie in quanto non sono fisse e vengono smontate e rimontate sulla base della stagione, non sarebbe necessario il permesso a costruire, dunque la prima contestazione non starebbe in piede.
Per quanto riguarda, invece, l’autorizzazione paesaggistica, i legali avrebbero presentato in udienza il verbale di una Conferenza dei servizi nella quale erano presenti sia i rappresentanti di Ca’ Farsetti sia quelli della Soprintendenza alle belle arti e al paesaggio di Venezia e della laguna. Nel documento si sostiene che le capanne della spiaggia del Lido, comprese quelli del “Miramare”, si confanno al paesaggio dell’isola. Gli avvocati Zuccolo e Bianchini, inoltre, hanno ricordato che esiste un’autorizzazione addirittura del 1958, che non riguarda solo quel tratto di spiaggia ma l’intero arenile dal Lungomare D’Annunzio al Lungomare Marconi, da San Nicolò fino ai Murazzi. Tra l’altro i capanni, come si chiamavano un tempo, al Lido hanno circa cento anni, visto che i due grandi alberghi, l’Excelsior e il Des Bain, le avevano piazzate sulla spiaggia, per il ristoro dei loro clienti, già nei primi anni del 1900, quando non si usavano i costumi da bagno, come testimoniano antiche foto scattate con le prime macchine.
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