Separazione tra Venezia e Mestre progetto di legge targato Lega

L’ha presentato in Regione l’assessore Stival: «Discussione in aula dopo le elezioni europee» Sitran (comitati): «Ok come ruota di scorta, inaccettabile se vuole appropriarsi di un’azione popolare»
Di Roberta De Rossi
..in foto Daniele Stival (lega venezia) protezione civile caccia identità veneta
..in foto Daniele Stival (lega venezia) protezione civile caccia identità veneta

MESTRE. Un progetto di legge regionale per «l’istituzione dei nuovi comuni di Venezia e Mestre». L’ha depositato, ieri, l’assessore Daniele Stival, con la firma dei consiglieri della Lega Nord. L’articolo 1 stabilisce: «Sono istituiti i Comuni di Venezia e di Mestre, ricadenti nell’ambito della provincia di Venezia, ciascuno dotati di specifica autonomia territoriale e istituzionale». L’articolo 2 dà conto dei risultati del referendum consultivo: perché dal voto si deve in ogni caso passare. Acqua di qua, terra di là, quanto a confini: con i due Comuni (all’articolo 3) che «subentrano nella titolarità di tutti i beni mobili, immobili e di tutte le situazioni giuridiche attive e passive del Comune di origine, ivi compresi i rapporti concernenti il personale dipendente». Infine, articolo 4, per la «dichiarazione d’urgenza» nell’entrata in vigore.

Il pdl Stival, quanto a confini dei due possibili, nuovi Comuni, coincide con il disegno di legge d’iniziativa popolare sottoscritto da 9 mila firme, ma che con gli organizzatori di quest’ultima potrebbe politicamente scontrarsi, pur passando entrambe per l’obbligatorio referendum.

«Noi ci aspettiamo che la Regione mandi avanti il nostro quesito, perché di iniziativa popolare, trasversale e non espressione di un partito», osserva Marco Sitran, portavoce dei due comitati referendari, «diciamo che la proposta Stival va bene come “ruota di scorta” nel caso il sindaco Orsoni decidesse di ricorrere al Tar contro la nostra proposta o il governo invalidasse le nostre firme, con la riforma dell’articolo 133 della Costituzione, affidando le competenze sulle separazioni dei Comuni alla città metropolitana: a quel punto non passerebbe mai. No se la Lega vuole appropriarsi di un’ iniziativa popolare: sarebbe inaccettabile. Conto che il Consiglio regionale faccia prevalere la nostra proposta, perché trasversale».

«La raccolta di firme da sola non è sufficiente, perché il referendum può essere indetto o da Roma o dalla Regione Veneto», osserva Stival, «di fatto questo progetto di legge supera la valutazione sulla legittimità delle firme: una volta approvata dal Consiglio, indice la consultazione e già prevede l’atto legislativo che ne accoglierà i risultati. Quanto ai confini, coincide con quelli dei comitati. Dopo le elezioni europee si incardinerà in Consiglio regionale il dibattito referendario sul Veneto. Conto che la commissione Affari istituzionali inserisca anche la proposta di legge per la separazione Venezia-Mestre in quel dibattito, perché il tema è sempre quello dell’autonomia».

Il Consiglio regionale ha in calendario il progetto di legge per un referendum sull’indipendenza del Veneto (primo firmatario Valdegamberi) e quello per lo statuto speciale (Toniolo-Tesserin), che dovrebbero però trovare mediazione unitaria di maggioranza, in aula dopo le Europee.

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