«Separazione, referendum illegittimo»

Brugnaro rende noto il parere della Presidenza del Consiglio dei ministri. «Basta abusare del diritto dei cittadini a esprimersi»

Il sindaco rilancia il suo “no” al referendum sulla separazione amministrativa tra Venezia e Mestre - con una seconda proposta della Lega che la allargherebbe anche a Marghera - e lo fa forte di un parere richiesto e ottenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri proprio rispetto alla consultazione che la Regione Veneto potrebbe decidere di varare venendo incontro alle richieste dei comitati che l’hanno proposta. Il referendum per la separazione del Comune di Venezia non è giuridicamente fattibile, perché la successiva legge Delrio lo rende impossibile, dice, in sostanza, il parere del Dipartimento affari regionali della Presidenza del Consiglio dei ministri alla nota sul tema inviata dal Comune di Venezia lo scorso 18 luglio.

Brugnaro ieri a Ca’ Farsetti - illustrando il parere - ha spiegato che esso si riferisce a entrambe le proposte sul tavolo: quella di iniziativa popolare che mira alla costituzione di due Comuni, Venezia e Mestre, e quella di iniziativa consiliare regionale che riguarda la consultazione sull’ipotesi di tre nuovi Comuni, compreso quello di Marghera.

«Si abusa del diritto dei cittadini di esprimersi», ha attaccato il sindaco, «visto che, sul tema, si è già votato quattro volte, a Venezia. La risposta del Governo è assolutamente in linea con quanto sostenevamo noi ed è per me una soddisfazione riscontrare che avevamo ragione dal punto di vista tecnico-giuridico. E il parere contiene anche un passaggio importante, su cui lavoreremo in futuro, chiedendo la possibilità di interloquire direttamente col Governo nazionale, quando riconosce che la Città Metropolitana ha assunto un rilievo e una tutela di carattere anche costituzionale».

Il sindaco ha anche invitato il Consiglio regionale a prendere atto del parere della Presidenza del Consiglio, che va nella stessa direzione di quello già votato dal Comune, annunciando di essere comunque pronto a presentare ricorso se l’iniziativa referendaria dovesse andare avanti, contestandone, appunto la legittimità.

L'illegittimità del referendum sarebbe motivata dal fatto che per i Comuni capoluogo di una Città metropolitana, come Venezia, la “Legge Delrio” prevede una procedura specifica per la suddivisione territoriale in più Comuni, costituita da una deliberazione del Consiglio comunale di Venezia a maggioranza qualificata, che deve poi essere sottoposta a consultazione referendaria di tutti i cittadini della Città metropolitana. «Nello Statuto della Città Metropolitana c’è già il no alla separazione», ha sottolineato Brugnaro.

Ha subito contestato però la presa di posizione del sindaco la consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle Elena La Rocca, presente all’incontro di Ca’ Farsetti. «Il sindaco mischia le carte sul referendum», ha detto, «perché quello della Presidenza del Consiglio è solo un parere. L’unica autorità legittimata a dirimere un eventuale conflitto tra Stato e Regione su questo punto è la Corte Costituzionale. È quello l’unico parere che conta veramente».

Enrico Tantucci

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