Senzatetto si rifugia nel monumento ai caduti
MIRA. Senza casa, accampato sotto al tetto del monumento ai Caduti, in centro a Mira. Un caso pietoso quello segnalato ieri da alcuni residenti e dal segretario del Pd di Mira, Albino Pesce. Un mirese senzatetto, con enormi difficoltà si è accampato sotto il monumento dedicato ai caduti della prima Guerra Mondiale all’interno del Parco delle Rimembranze, lungo Riviera Silvio Trentin, e si è costruito un rifugio di fortuna per passare le notti.
Con il maltempo di questi giorni e il freddo in arrivo il suo rifugio è fatto di pochi cartoni e di un pezzetto di nylon per coprire l’inferriata e sottrarsi agli sguardi della gente, costruendo quel briciolo d’intimità che nemmeno la notte offre.
«C’è però anche un problema di dignità di un monumento ai nostri caduti e di mancanza di intervento sociale», dice Pesce. «Mi chiedo se l'amministrazione né è al corrente e cosa aspetta a verificare se c'e un bisogno sociale o una situazione di urgenza personale. Mira è stata sempre stata attenta a queste situazioni intervenendo anche in collaborazione a altre reti sociali, non ultimo quello di dare dignità al simbolo, della Patria e dei Caduti. Chiediamo che sull’episodio venga fatta luce e la persona in difficoltà venga aiutata. Perché nessuno ha indirizzato questa persona all’ostello di Giare o alla Caritas che ha una sede anche a Mira in via Risorgimento? Perché nessuno in Comune sapeva di questa situazione che coinvolge un cittadino mirese con ogni probabilità con un forte disagio sociale?».
Il rischio per Pesce è che ci scappi il morto come successe all’epoca dell’amministrazione guidata dal sindaco Michele Carpinetti, quando in Piazza San Nicolò fu trovato morto un senza fissa dimora, per un infarto causato dal freddo pungente della notte.
La struttura della Caritas di Via Risorgimento poi deve fare fronte ad altre situazioni di bisogno per cui riceve contributi, come quella dei senza fissa dimora extracomunitari.
Una prima risposta arriva dal comandante della polizia Municipale di Mira. «Un giaciglio di fortuna», dice il comandante Mauro Rizzi, «fatto da un cittadino mirese in grosse difficoltà. Certo li non può restare anche perché non ci sono le condizioni. Abbiamo avvisato i carabinieri e i servizi sociali per arrivare in tempi rapidi ad una soluzione accettabile e civile dell’emergenza».
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