Senza fissa dimora, il piano di soccorso
Con l’inizio del mese di dicembre e l’arrivo del freddo, partono anche gli interventi per le persone senza fissa dimora, che termineranno a marzo. Il progetto è stato presentato ieri mattina, in villa Querini, dall’assessore Simone Venturini, la dirigente dei Servizi per la Coesione sociale, Alessandra Vettori, la responsabile del servizio Interventi di prossimità, Paola Nicoletta Scarpa, e i rappresentanti del terzo settore coinvolti.
Novità. L’ossatura degli interventi svolti finora rimane, ma a questi ultimi si aggiungono alcune novità. L’appalto è stato vinto dalla Casa dell’Ospitalità di Mestre assieme alla cooperativa Coges: a rappresentarli ieri Giovanni Benzoni e Francesco Pilli. Confermati i servizi di accoglienza notturna, le aperture del Centro diurno a Ca’ Letizia e del Drop-In in via Giustizia, l’assistenza medica offerta dalla Croce Rossa, dalla Croce Verde e dal centro Emergency di Marghera, i punti di distribuzione di coperte e di vestiti, il servizio di consulenza legale, le opportunità di ristoro per colazione, pranzo e cena. Gli interventi di strada saranno svolti ogni sera da un’équipe di operatori che forniranno ai senza dimora bevande calde e generi di prima necessità, ma anche un kit per scaldare il corpo, come coperte speciali, quelle utilizzate negli ospedali. È stato attivato un numero verde 800-589266 da cui i cittadini potranno segnalare situazioni di emergenza o concordare la consegna di coperte. La Casa dell’ospitalità ha ricavato al suo interno 24 posti più 10 per i senza dimora. «Non solo vengono confermate le tradizionali iniziative di aiuto, aumentando ancora la qualità dei vari servizi», commenta Venturini, «ma si rafforzano le opportunità offerte ai senza dimora di inclusione sociale, per rientrare nella vita attiva».
Ospiti. Otto delle persone che vivono nella Casa dell’ospitalità sono state contrattualizzate a tempo determinato: si occuperanno di mediare con i senza fissa dimora: chi sul posto, chi nella struttura, altri si occuperanno delle pulizie.
Numeri. Le persone senza un tetto, in città, sono circa 500, ma si presume il numero possa essere maggiore, considerando chi non cerca aiuto e non è monitorabile. Al servizio docce, da gennaio, sono passate 560 persone diverse e con marginalità. Il Centro diurno di Ca’ Letizia da marzo a ottobre ha contattato 1953 persone in 108 giorni di apertura straordinaria, a Ca’ Letizia c’è un aumento di venti unità al giorno, le presenze per i pasti si attestano a circa 150 rispetto ai 130 usuali.
Autonomia. Nell’ultimo anno sono state una quarantina le persone coinvolte nei percorsi di autonomia: 5 hanno potuto rientrare in patria, 24 hanno usufruito dei dispositivi di sostegno attivo (Ria), alcuni dei quali sfociati in contratti di lavoro, 4 sono stati inseriti in strutture protette, 8 hanno avvito un percorso di autonomia abitativa e 3 hanno potuto usufruire di un alloggio Erp. «Risultati», ha sottolineato Venturini, «che ci spingono ancora di più a percorrere questa strada, ricercando ulteriori finanziamenti, a livello regionale, nazionale ed europeo».
Lavoro. La cooperativa Coges sta mettendo in piedi uno sportello di aiuto al lavoro con l’obiettivo di non limitarsi all’accoglienza emergenziale, ma all’avvio di un percorso, che verrà aperto al Centro diurno, alla Casa dell’ospitalità e al Drop in di via Giustizia.
Fondi. L’emergenza inverno muove 135 mila euro (questo l’appalto per i mesi invernali), poi ci sono i fondi Ria, comunali e regionali, che si attestano sui 350 mila euro. L’assessorato sta cercando, tra progetti europei quali Pon Inclusione, Pon Metro e Pon Fead, un bando appena uscito sull’indigenza, di avere in disponibilità nell’arco di sei mesi, alcuni milioni di euro da spalmare in sette anni.
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