Sempre più anziani poveri San Donà ne aiuterà mille
Assistenza domiciliare, sarà affidato il nuovo servizio per arrivare ad assistere un migliaio di anziani e persone non autosufficienti. Nel 2017, dunque, il Comune vuole allargare il più possibile il numero di assistiti, addirittura fino a dieci volte. È stato approvato il bando per definire l’ente che collaborerà con i servizi sociali. Chi se lo aggiudicherà dovrà farsi carico della gestione del trasporto, della fornitura di dispositivi tecnici e del coordinamento del servizio, oltre a provvedere all’erogazione di 60 ore settimanali di servizio di assistenza domiciliare e 18 ore di servizio di coordinamento.
L’affidatario, per un anno, dovrà riorganizzare il servizio previsto secondo i nuovi indirizzi per lo sviluppo di politiche e servizi agli anziani, approvati dalla giunta su proposta dell’assessore Maria Grazia Murer. Oggi, il servizio di assistenza domiciliare raggiunge circa 100 utenti che ricevono, in media, 3 ore di assistenza domiciliare a settimana, in linea con i parametri regionali e nazionali. «Dobbiamo ripensare il servizio domiciliare superando il modello prestazionale a favore di un servizio integrato e di comunità», spiega l’assessore Murer, «e che sia espressione di un processo organizzativo condiviso tra più enti e più attori pubblici e privati». L’obiettivo indicativo è di circa 1.000 utenti, che corrisponde a una stima delle persone in condizioni di fragilità, che rappresentano il 10% degli over 65.
La popolazione ultra 65enne, oggi il 22% dei sandonatesi, è destinata a raddoppiare nei prossimi 20 anni con l’allungamento della vita. A San Donà la speranza di vita nel 1990 era di 73 anni per gli uomini e 80 per le donne, ora siamo a 79 e 85 anni.
«Considerare anziane le persone con più di 65 anni può essere in parte fuorviante dal punto di vista sociale, economico e sociosanitario», prosegue l’assessore Murer. «Uno scenario del genere impone un ripensamento complessivo dei servizi agli anziani. È importante pensare ai luoghi, alle strutture e agli ambienti di vita da rendere disponibili e accessibili a favore della popolazione anziana già dal manifestarsi della condizione di fragilità», conclude Murer. «Questo implica un importante investimento su modelli organizzativi che superino le rigidità delle singole organizzazioni e promuovano filiere di servizio in grado di integrare, includendo il ruolo dei Centri Servizi Residenziali e dell’Azienda Asl, processi e strumenti per la qualità della vita della popolazione anziana».
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