Seicentomila euro spesi in shopping dietro il crac
JESOLO. Una fashion victim avrebbe di che sguazzare. Ma l’elenco delle spese - in tutto diverse pagine - è di quelli da far strabuzzare gli occhi anche a chi di moda e bella vita ne capisce poco. Basta guardare i marchi per capire il tenore degli acquisti. Seicentomila euro spesi dalla fine del 2008 al 2013, da New York a Venezia passando per Milano, Parigi, Cannes e Jesolo. Abbigliamento, calzature, borse. E poi ristoranti stellati, viaggi, antiquariato, arredamento per la casa, gioielli. Tutto con una strisciata, quella dell’American Express a suo nome. Lei è Luisella Bozzato, jesolana di 47 anni, a processo assieme al marito, il ragioniere Nicola Nardin, 49 anni.
Il pubblico ministero Roberto Terzo accusa la coppia di non aver versato al Fisco due milioni e rotti di contributi e Iva che decine di clienti e società jesolane - 48 quelli che si sono costituiti parte civile e che potrebbero essere sentiti come testimoni nell’udienza del 20 marzo - avevano regolarmente pagato allo “Studionardin” di Jesolo, dove lavoravano sia Nicola, in qualità di commercialista, sia Luisella, sua collaboratrice e dal 2009 legale rappresentante della società. Ieri in aula una teste, rispondendo alle domande del pubblico ministero, ha parlato non solo del momento in cui i primi clienti si sono presentati in studio spiegando di aver ricevuto “cartelle pazze”, ma anche del tenore di vita decisamente oltre gli standard della coppia: la Rang Rover, Luisella sempre ingioiellata, Nicola e la sua passione per gli orologi. Ma è l’analisi - esposta ieri in aula - delle spese fatte da Luisella Bozzato con l’American Express la cartina al tornasole dello stile di vita della coppia.
Abbigliamento. Non c’è boutique di griffe in mezzo mondo dove Luisella non abbia strisciato la carta di credito: Louis Vuitton, Gucci, Roberto Cavalli, Miu Miu, Yves Saint Laurent, Versace, Scervino, Dolce&Gabbana. Ma anche boutique nel Veneziano come il “Tandem” al Lido di Jesolo ed “Eraldo Ferrante” a Ceggia. Luisella comprava vestiti, ma la sua passione erano soprattutto le borse. E poi giacconi, pellicce, scarpe per ogni occasione (e per ogni maison), persino il porta biberon griffato Louis Vuitton, lo stesso che aveva sfoggiato a suo tempo Victoria Beckham.
Ristoranti. Rigorosamente di alta gamma, meglio se stellati. L’Epifania 2009 era stata festeggiata al “Gellius” di Oderzo, dove la signora Nardin era tornata altre volte (arrivando a spendere anche 2.500€), il San Valentino 2009 in uno dei locali di Gualtiero Marchesi (500€). E poi l’hotel “Plaza” a New York, il “Ritz” a Londra, il “Gran Caffè Quadri” in piazza San Marco, le cene a Cortina.
Viaggi, arredo e gioielli. Non potevano mancare le vacanze di lusso. Alle Mauritius, nel resort “Le Prince Maurice”, e poi in Alta Badia, all’Hotel & spa “Rosa Alpina”. Ci sono poi gli acquisti in botteghe d’arte e di antiquariato, l’arredo, gli elettrodomestici, i profumi, l’ottica. E i gioielli, altro pallino della donna: tanta la bigiotteria - va detto - ma su un dettaglio non si prescinde: la griffe.
Gli acquisti on line. La carta di credito serviva a Luisella anche per gli acquisti su Internet o per le vendite per corrispondenza. Diverse quelle elencate nel resoconto delle spese. Ma è chiaro come la donna preferisse andare di persona nelle boutique per provare abbigliamento e accessori e poi compiere il rito della American Express strisciata.
Le (poche) spese “normali”. Tra le tante spese pazze, ce ne sono anche - passi il termine - di normali, come la spesa al “Bennet”, il pieno di carburante alla “Esso”, l’abbonamento mensile a Sky, la tessera di Mediaset Premium, la musica scaricata su iTunes.
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