Sei su dieci hanno un nodulo alla tiroide

I dati in Riviera e Miranese esposti a un convegno. I medici: «Niente allarmi, tutto curabile»

DOLO. Problemi alla tiroide: nella popolazione di Riviera e Miranese sono in aumento: sei persone su dieci, presentano un nodo tiroideo all’esame ecografico. A spiegarlo sono il dottor Moreno Scevola, primario della Medicina dell’Ospedale di Dolo, insieme alla dottoressa Francesca Sanguin, specialista in Endocrinologia.

«Va subito rassicurata la popolazione», dicono, «che se la patologia è in aumento lo è anche perché oggigiorno c’è una maggiore attenzione e una maggiore capacità diagnostica rispetto a una volta. Questo si traduce per la maggior parte dei casi in situazioni non gravi, dove può essere sufficiente impostare un programma di controllo periodico. Le forme nodulari maligne rilevate sono più rare e variano dal 5% (nostra casistica) al 15% dei casi (su popolazione con fattori di rischio) e sono caratterizzati da forme di tumori che si sviluppano e crescono per lo più lentamente e che comunque godono di una buona prognosi una volta curati attraverso adeguata terapia chirurgica».

La tiroide è una ghiandola che si trova alla base del collo e la sua funzione consiste nella produzione di ormoni che influiscono su tutto l’organismo: il metabolismo, la crescita, l’apparato circolatorio, l’attività neuromuscolare. Nel reparto di Medicina di Dolo è attivo un ambulatorio dedicato alle malattie endocrinologiche, dove vengono erogate ogni anno circa 3000 prestazioni per cui l’esame ecografico, quando viene ritenuto opportuno, porta ad effettuare 200 ago aspirati tiroidei. Sul tema a mettere insieme medici di famiglia, medici ospedalieri di varie branche e infermieri della Usl 3 è prevista una giornata di confronto sul “Nodo tiroideo: dalla diagnosi alla terapia in un percorso condiviso”.

Un evento in programma sabato 21 aprile, dalle 8. 30 alle 14, nella sala convegni – Associazione Artigiani e Piccola Impresa di Dolo in via Brenta Bassa 34 a Dolo. (a. ab.)
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia