Sei operatori abusivi ruota panoramica bloccata

Jesolo. Provvedimento della Finanza in un’indagine contro il lavoro in nero Avevano trovato impiego anche due migranti ospiti della Croce Rossa
Di Giovanni Cagnassi

JESOLO. Ruota panoramica bloccata con i sigilli, interviene la Guardia di Finanza di Jesolo nell’ambito di un’indagine contro il lavoro in nero. I militari delle fiamme gialle, al comando del tenente Gabriele Izzo, hanno disposto la sospensione dell’attività in accordo con la direzione provinciale del lavoro che è intervenuta in piazza Brescia per i controlli sul personale assieme ai finanzieri. Non erano in regola complessivamente sei persone, tra cui persino due migranti ospiti della Croce Rossa di Jesolo che avevano trovato impiego nella la struttura itinerante.

È dunque scattato un provvedimento di sospensione con sigilli in accordo con la direzione provinciale del lavoro. Si tratta di un provvedimento cautelare, ovvero se i gestori riusciranno a regolarizzare il personale e pagheranno la sanzione prevista, potranno riaprire. La sanzione si aggira attorno ai 10 mila euro e, per il momento, non comporta una denuncia penale. Si tratta dell’ultimo capitolo della ruota smontabile più grande d’Europa, giunta al lido tre anni fa grazie a una partnership tra il patron di Aqualandia, Luciano Pareschi, e mr Freji, un magnate libanese che ha diverse ruote panoramiche in ogni parte del mondo. Pareschi si è defilato da tempo dalla società, dopo alterne vicende e fortune.

Già dalla prima stagione a Jesolo la ruota non aveva avuto un grande successo tra il pubblico. Forse per i prezzi dei biglietti piuttosto alti, 10 euro a giro, o per la scarsa attrattività della struttura, visto che non siamo a Londra o Parigi con tutto il rispetto per il panorama sulla spiaggia, la laguna di Jesolo e la lontana Venezia. Dopo i primi insuccessi, l’amministrazione comunale ha insistito perché la struttura rimanesse comunque al lido per la sua immagine. Pareschi ha lasciato la società ed è rimasto il socio libanese. Ma quest’ultimo passerà ora dei guai con la Finanza che ha accertato il personale in nero in un settore molto delicato perché questo tipo di lavoro comporta notevoli rischi per il personale così come per i clienti che non hanno la certezza di lavoratori regolarizzati e preparati.

C’era un italiano, poi due migranti ospiti della Croce Rossa e altri cittadini dei paesi dell’Est. Adesso il libanese potrebbe decidere di procedere alla regolarizzazione senza perdere tempo e pagando la sanzione, oppure smontare la ruota e andarsene da Jesolo dove purtroppo per lui ha incontrato non pochi ostacoli e problemi.

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