Sei multe a una barca, ma la targa era falsa. Il multato era al lavoro

Le sanzioni ai natanti non hanno obbligo di verifica e aumentano i casi di contrassegni falsificati. L'intestatario di un cacciapesca ha presentato ricorso. Il gruppo diportisti della Laguna: «Sistema ridicolo solo per fare cassa. La Regione deve intervenire». Presentata denuncia ai carabinieri

VENEZIA. Tre multe per violazione dei limiti di velocità durante la navigazione, una multa per ormeggio in riva pubblica non autorizzata e due sanzioni per non aver comunicato a Sistemi Territoriali di aver spostato la targa a lui intestata su una barca di un altro modello rispetto a quella dichiarata. Un insieme di contestazioni da parte della polizia locale di Venezia per un totale di 600 euro, che qualche mese fa sono state notificate a casa dell'ignaro proprietario di un piccolo natante cacciapesca, che ora ha presentato ricorso contro tutti i verbali perché emerge che la barca protagonista di queste violazioni, messe a vaerbale, ha caratteristiche costruttive completamente differenti rispetto a quelle dichiarate dallo stesso diportista.

Una bega che ha fatto emergere il vuoto normativo sul fronte targhe LV obbligatorie in laguna per le barche con motore pari o superiore a 10 cavalli, gestite dalla Regione, scoperchiando un pentolone di denunce e accuse di illegittimità da parte del gruppo "Diportisti della laguna veneta" che riunisce 7139 iscritti, che da almeno due anni segnalano alla Regione, responsabile amministrativo del servizio targhe natanti, come non esista un ente incaricato di fare da accertatore della veridicità dei contrassegni sulle barche la cui titolarità per legge è in capo al proprietario e non, come negli autoveicoli, assegnata al mezzo di locomozione, dando luogo ad una facilità di contraffazione disarmante.

«Abbiamo denunciato tutto ai carabinieri», spiega il portavoce dei diportisti Mirco Bodi, «segnalando il grave caso di contraffazione della targa da parte di un altro utente. Senza contare, poi, che tra questi verbali vi è anche l'ulteriore contestazione di non aver comunicato a Sistemi Territoriali, il gestore del servizio contrassegni incaricato dalla Regione, di aver cambiato unità natante e non è per nulla facile dimostrare la prova di non essere proprietario dell'altro natante che ha violato le norme della navigazione. I natanti, secondo il nostro sistema giuridico e a differenza dei veicoli circolanti su strada, non sono beni mobili registrati. Come se non bastasse: come è stato dimostrato il proprietario in questione nei giorni indicati dai vari verbali non poteva trovarsi in un luogo diverso dal suo posto di lavoro che si trova in terraferma».

«Il 30 settembre scadrà il termine entro il quale gli intestatari dei contrassegni di identificazione dei natanti da diporto a motore con potenza superiore ai 10 CV e numerazione compresa tra LV00001 e LV18000 dovranno presentare la convalida a pagamento», continua Bodi, «nonostante la scusa ridicola contenuta nelle delibere regionali che la convalida servirebbe per aggiornare la banca dati delle targhe che non è mai stata creata da 12 anni a questa parte, in realtà serve soprattutto per fare cassa: dalla lettura della delibera di Giunta regionale che l'ha istituita nel marzo 2017 emerge che sono stati raccolti nel 2016, tra rilascio di nuovi contrassegni, comunicazioni di modifiche e rinnovi, più di 250 mila euro mentre nel bilancio del 2017 si prevede di incassarne altri 215 mila. E tale continuità di cassa sarà possibile anche per gli anni a venire visto che il prossimo rinnovo è fra 8 anni».

Colpo grosso dei ladri: sei barche rubate e abbandonate senza motore

«Il sistema dei contrassegni di identificazione LV, nato come azione di contrasto per limitare il fenomeno del moto ondoso, così come è stato gestito in questi anni, è fallito per troppi motivi», conclude Bodi, «chiediamo urgentemente, innanzitutto, una nuova delibera di giunta regionale che proroghi ulteriormente il termine di fine mese per la convalida. Il tutto in attesa dei necessari approfondimenti sul regolamento per il coordinamento della navigazione locale in laguna che dovranno essere effettuati dai vari enti della Conferenza di servizi".

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