Sei laboratori tessili cinesi chiusi per lavoro nero e mancato rispetto delle norme
MARTELLAGO. Ancora laboratori tessili non in regola, norme di sicurezza che non esistono, antincendio neanche a parlarne. E poi lavoratori non in regola. Un fenomeno che non accenna a diminuire, anzi. Una maxi operazione a livello provinciale quella messa a segno dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Venezia assieme ai colleghi della caserma di Martellago.
Sono 14 gli imprenditori denunciati e sei aziende sono state chiuse per lavoro nero, oltre all’impiego di manodopera clandestina e le violazioni alle norme per prevenire gli infortuni. L’indagine dell’Arma è durata per un po’ di tempo e si è concretizzata nei giorni scorsi quando sono scattati i provvedimenti. Il tutto è partito da Martellago, dove gli inquirenti hanno fatto un controllo a una ditta di Olmo, paese dove già in passato sono emersi laboratori di questo tipo. E per la serie “ci siamo già visti”, la fabbrica in questione, dove si confezionano capi d’abbigliamento, era gestita da un cittadino cinese di 55 anni, H.Q., ben noto alle forze dell’ordine. All’interno sono stati trovati 9 operai ma ben 8 in nero, di cui 2 clandestini. Insomma, a parte uno, tutti gli altri per un motivo o per l’altro non erano in regola.
Non solo, perché mettendosi a guardare con più attenzione, i carabinieri hanno pure scoperto come la ditta non avesse un sistema antincendio, fosse priva del certificato d’idoneità dell’impianto elettrico, il personale non avesse la più pallida idea di cosa fare per prevenire gli incidenti: in pratica non aveva alcuna formazione. Violazioni gravi, tanto da indurre i militari a denunciare il 60enne alla Procura della Repubblica del Tribunale di Venezia per aver impiegato manodopera clandestina e per aver omesso gli interventi in materia di sicurezza. Non solo, l’attività è stata sospesa per la presenza di addetti non regola, essendo oltre il 20 per cento rispetto alla forza lavoro trovata.
Ma non c’è solo Martellago, perché l’operazione veneziana ha sospeso sei aziende, con il controllo di 25 persone di cui 2 clandestini e 10 in nero e contestate multe per un importo totale di 85 mila euro. «Facciamo la filiera inversa per capire da chi arrivano queste commissioni» spiega il segretario della Filctem Cgil Riccardo Colletti «e iniziamo a sequestrare la merce per capire chi c’è dietro. E poi si facciano i nomi delle aziende, grandi o piccole che siano, di chi alimenta questo mercato".
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