Segregata in un appartamento di Mestre e picchiata per farla prostituire
VENEZIA. Tratta di esseri umani: tre misure cautelari a Venezia. La Procura Distrettuale Antimafia e la Squadra Mobile di Venezia hanno concluso un'operazione che ha portato a tre misure cautelari che riguardano due stranieri è un italiano: un arresto in carcere, uno si domiciliari è un obbligo di firma. L'indagine è nata nel mondo dello sfruttamento della prostituzione in strada.
Un provvedimento è stato eseguito a carico di due persone di Mestre e di una terza a Busto Arsizio (Varese). I tre sono accusati di far arrivare donne straniere che poi erano costrette a prostituirsi.
L'italiano residente a Mestre, di 63 anni, è Matteo Mazarese. Domiciliata a Mestre è anche Erghosa Ese detta "Mama Twin", nigeriana di 32 anni. Per lei la misura cautelare ha aperto le porte del carcere. Infine Jenny Sandra Aigbeuyimedo detta "Jennifer", 34 anni, residente a Busto Arsizio in provincia di Varese e ora agli arresti domiciliari.
Aggiornamento: Arrestate sono due donne nigeriane, obbligo di firma per il marito italiano di una di loro per aver organizzato la tratta di due ragazze nigeriane che poi sono state costrette a lavorare in strada sui marciapiedi tra Mestre e Marghera. I fatti risalgono al 2015 e 2016.
Una di queste donne africane è stata segregata in un appartamento di Mestre per una settimana perché non voleva prostituirsi, legata a una sedia e picchiata finché non si è convinta ad andare a lavorare in strada.
Prima di partire dall Africa (un viaggio costato 30.000 euro, da saldare prostituendosi) alle ragazze era stato fatto il "lavaggio del cervello", utilizzando riti woodoo che incutono terrore in persone che ovviamente credono in queste pratiche.
La polizia dice che è stato fondamentale l'aiuto dei Servizi sociali del Comune. Una delle due donne arrestate si trova in carcere, l'altra ai domiciliari. L'italiano, pregiudicato, ha obbligo di firma.
L'Assessore alla Coesione Sociale Simone Venturini ha poi commentato: "Esprimo la mia più viva gratitudine per l'azione della Procura di Venezia – Direzione Distrettuale Antimafia e della Squadra Mobile della Questura di Venezia che ha portato all'arresto dei componenti di una rete criminale nigeriana che aveva nel nostro territorio uno dei luoghi di sfruttamento. All'ottimo risultato, frutto del grande e qualificato lavoro delle forze di Polizia, ha contribuito anche un'attività dei servizi sociali del Comune di Venezia, che ringrazio fortemente. Un contributo espletato nel rispetto delle competenze istituzionali e nell'ormai consolidata collaborazione tra le attività investigative di contrasto alle reti criminali e le attività di sostegno alle vittime di tratta, che si alimenta attraverso un continuo scambio d’informazioni e monitoraggio del fenomeno, collaborazioni operative per l'identificazione delle vittime e degli aderenti alle reti criminali, la protezione e la sicurezza delle vittime, l'inclusione sociale delle persone sfruttate. Quest'ultima operazione di polizia conforta il Comune sulla validità delle scelte fatte e delle strategie messe in atto per il governo del fenomeno della prostituzione e per il contrasto della tratta e della schiavitù degli essere umani. Attraverso l'istituto della protezione sociale, il Comune di Venezia ha preso in carico la donna vittima di tratta e grave sfruttamento e sta costruendo con lei un progetto di integrazione sociale e lavorativa in Italia.
E fornisce i numeri dell'impegno contro la tratta in Veneto: Dal 1 gennaio 2017 ci sono state in Veneto 149 attivazioni dell’unità di crisi e valutazione in seguito a segnalazioni pervenute al Numero Verde Antitratta (800290290), di cui 14 dal territorio veneziano. Si tratta prevalentemente di giovani donne provenienti dalla Nigeria, destinate allo sfruttamento sessuale in strada. Negli ultimi 12 mesi il lavoro multi-agenzia tra gli operatori sociali e le Forze dell’Ordine ha favorito la presentazione di 26 denunce/querele”.
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