Segni di degrado a Villa Widmann

Mira, è di proprietà della Città Metropolitana ma servono interventi urgenti

MIRA. Segnali di degrado a villa Widmann Rezzonico Foscari di Mira, seconda solo alla reggia Pisani di Stra. Villa Widmann, segnalata dall’esperto d’arte Michele Rovoletto, è un gioiello della Riviera del Brenta con il suo elegante e leggiadro aspetto settecentesco. Essa si erge alla convergenza dell’antico ramo del Brenta e del canale Pionca che ne accarezza il lato occidentale del parco. Le sue origini risalgono al primo settecento quando i nobili veneziani Seriman ne costruiscono il primo nucleo, mentre l’aspetto attuale si deve alla trasformazione dovuta ai Widmann intorno alla metà del XVIII secolo.

La Villa era per questa famiglia della nuova nobiltà veneziana la dimostrazione del suo nuovo status e il matrimonio con i potenti Rezzonico sancì il definitivo ingresso nella cerchia delle più influenti famiglie di Venezia.

La punta di diamante dell’intero complesso è lo spettacolare salone centrale che si erge su due piani ed è coronato di un ballatoio. Le sue pareti e il suo soffitto sono mirabilmente affrescate con episodi mitologici e sono opera di Giuseppe Angeli, rinomato artista veneziano, già allievo prediletto del Piazzetta.

Dopo varie vicissitudini, nel 1984, Villa, barchessa e parco diventano proprietà della Provincia di Venezia, che ne ha curato i restauri e il mantenimento sino a qualche anno fa. A partire dall’applicazione della riforma “Del Rio”, la proprietà e la gestione spettano alla neonata Città Metropolitana di Venezia.

Il presente del complesso non è roseo ma nemmeno compromesso: immediate cure potrebbero sveltire la convalescenza della struttura e un minimo di passione nella gestione ristabilirebbe il rispetto che merita. Passeggiando per il parco, all’ombra degli imponenti tigli e ippocastani, la disposizione casuale di numerose statue stride con la signorilità che il luogo esige; alcune di esse, probabilmente le originali settecentesche, versano in stato di assoluto abbandono, altre ancora, sono addirittura abbattute e depositate alla rinfusa con altro materiale di scarto. Passando agli ambienti interni, segnali inequivocabili dell’urgente bisogno d’intervento sono giunti negli ultimi tempi. Il primo piano, ove si poteva visitare l’elegante stanza da letto azzurra, oggi è occluso alle visite, mentre l’affresco del soffitto “Gloria dei Widmann” mostra preoccupanti crepe longitudinali, visibili, a molti metri di distanza, sin dal piano terra.

Considerando che il complesso è visitato da migliaia di persone l’anno, stranieri soprattutto, un urgente intervento di manutenzione e riordino è a dir poco auspicabile. Villa Widmann in effetti non è semplicemente un gioiello pervenutoci della cultura veneta del settecento, bensì il biglietto da visita della terraferma veneziana e del Veneto, ed è compito delle istituzioni locali provvedere a preservare la facoltà futura di immergersi in tanta elegante bellezza.

Mattia Nicolò Scavo



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