Segnali di ripresa economica export e import in crescita

Il rapporto annuale della Camera di Commercio segnala una ritrovata dinamicità nel Veneziano La prima voce dell’esportazione è il fashion, dell’importazione i prodotti per la bioraffineria dell’Eni
Di Gianni Favarato

MESTRE. Il saldo è passivo (512 milioni di euro), ma si tratta di una voce in rosso che segnala, dopo una lunga crisi, il buon andamento del commercio con l’estero delle imprese veneziane.

Secondo il rapporto annuale del Servizio Studi e Statistica della Camera di Commercio Delta Lagunare di Venezia e Rovigo, il 2015 ha registrato un aumento della vivacità dei flussi import-export nella provincia di Venezia anche se, a conti fatti, ciò che si compra all’estero è superiore a quanto si esporta, con un saldo in rosso che rivela però una ripresa della dinamicità del sistema produttivo veneziano.

Il rapporto della Camera di Commercio spiega che nel 2015 «sono tornate a crescere le importazioni con un incremento del +6,3% (+5,9% Veneto; +3,3% Italia), segnando un cambio di rotta dopo la diminuzione del -12,1% tra 2013 e 2014. Le importazioni nel complesso contano un giro di affari di 4,9 miliardi di euro e rappresentano l’11,7% dell’import del Veneto».

A contribuire in maggior parte all’aumento delle importazioni di materie prime e prodotti è il cosiddetto “fashion”, ovvero i settori tessile-abbigliamento-pelle che costituiscono la quota più rilevante dell’import e vede un incremento dei flussi in entrata del +12,3%. La ripresa più sostanziosa delle importazioni nel settore petrolchimico – quasi del tutto smantellato a Porto Marghera con la chiusura di interi cicli produttivi, tranne quello dei biocarburanti e del cracking dell’etilene ancora attivi – è segnata «dall’aumento dell’import di prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio (+35,5%) con un ritorno dei flussi da Grecia, Russia, Algeria e Stati Uniti».

Una consegueza - secondo il Servizio studi e statistica della Camera di Commercio - della conversione “green” degli impianti Eni di Porto Marghera che ha inciso sicuramente anche nell’aumento dei flussi in entrata dei prodotti alimentari con +9,1% per il notevole aumento degli acquisiti di oli e grassi vegetali e animali (+30,2%). In forte aumento sono anche le esportazioni di nostri prodotti e servizi; nel 2015, infatti, l’area Metropolitana di Venezia ha esportato beni per un ammontare complessivo di quasi 4,4 miliardi di euro, segnando un + 5,4% delle esportazioni rispetto al 2014, con una percentuale in linea con quella regionale e superiore a quella nazionale del +3,8%. «Si tratta della variazione percentuale più consistente dal 2011», viene sottolineato nel rapporto, «malgrado nel 2015 la dinamica dell’interscambio commerciale provinciale (importazioni che si presentano ancora superiori alle esportazioni) si traduce in un saldo passivo di 512 milioni».

Anche per l’export il primo comparto di scambio è quello del “fashion” che resta stabile con una contrazione a -2,1% per le calzature. Nel 2015 si è invece assistito ad un forte incremento delle vendite all’estero di altri prodotti tessili con un +59,7% che mantengono stabile il comparto anche nei primi mesi del 2016. Seguono il settore macchinari e apparecchi che occupa il mercato dell’export per il 13,2% e segna una crescita del +3% con una variazione nei flussi delle macchine per impieghi speciali che si spostano da Usa e Cina verso l’Europa.

Segue il comparto dei prodotti in metalli che vede un generale +6,8%. L’export alimentare, quarto in importanza, realizza un +9,6% e vede al suo interno la voce “bevande”, seconda voce merceologica di esportazione provinciale, che segna un incremento verso tutti i principali mercati di sbocco crescendo complessivamente del +9,4%. Va infine segnalato che il comparto che ha segnato più vivacità e crescita, pur non incidendo molto sul mercato, riguarda i prodotti dell’editoria e cinematografici, cresciuti notevolmente verso l’estero segnando un incremento del +49,1%.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia