«Segnali di mafia in Riviera del Brenta»

Investigatori e sindaci preoccupati dalla scoperta dell’arsenale a Fiesso: «Crisi e mala, mix peircoloso»
Mira: municipio, stop alla criminalitˆ. Franco Maccari. Roccato 08-09-00 Light Image.
Mira: municipio, stop alla criminalitˆ. Franco Maccari. Roccato 08-09-00 Light Image.

FIESSO. «Dopo tanti anni di segmentazione e frazionamento del fenomeno criminale mafioso in Riviera si assiste ora alla nascita di una organizzazione criminale più complessa gerarchizzata e che controlla il territorio, una nuova mafia con nuove leve e che si serve di insospettabili per agire e progettare colpi». Franco Maccari, segretario nazionale del sindacato di polizia Coisp, è preoccupato per il ritrovamento di un vero arsenale a Fiesso.

Nei pochi metri quadri del garage di Cristian Baldan, impiegato incensurato di 42 anni in via Colombo a Fiesso (che secondo gli investigatori lavorava in coppia con il pregiudicato Massimo Nalesso, di 57), tra scatoloni e immondizie, sono spuntati: quattro kalashnikov, due Beretta 98 Fs e due Smith & Wesson (una calibro 38 e una 357 magnum), un sacco di chiodi a quattro punte (una garanzia in caso d’inseguimento per eliminare le auto delle forze dell’ordine), un fucile a pompa a canna mozza, un ariete artigianale, proiettili ed esplosivo. Senza contare gli attrezzi del mestiere: ventose, cavi d’acciaio, giubbotti antiproiettile un taglia muri con disco circolare.

Maccari va nel dettaglio del fenomeno criminale mafioso: «Il fatto che sia coinvolto un incensurato - dice - dimostra che queste persone stavano progettando e pianificando le loro azioni criminali con molta precisione e dotati di armi e mezzi davvero efficaci. Tutte quelle armi ritrovate a Fiesso non servivano sicuramente solo a due persone, ma ad una banda di più elementi capace di portare colpi a ripetizione in zona».

Ma allarmati sono anche i sindaci della zona che chiedono il potenziamento dei presidi delle forze dell’ordine. «Questo ritrovamento a poca distanza dal centro del paese – spiega il sindaco di Fiesso, Andrea Martellato - ci sorprende. Nonostante i pattugliamenti del territorio siano costanti da parte di carabinieri e vigili, rialzano la cresta fenomeni di criminalità organizzata che pensavano relegati agli anni bui della banda Maniero. Il rischio è che molte persone colpite dalla crisi in Riviera, soprattutto giovani, prendano la criminalità come una scorciatoia per sbarcare il lunario».

Il presidente della Conferenza dei sindaci della Riviera Giampietro Menin, sottolinea la necessità di fronte a questi episodi: «Se si ricreano forme di criminalità organizzata – dice Menin - vanno potenziati gli organici nelle caserme dei carabinieri di tutto il comprensorio. Vanno perciò portati in Riviera uffici investigativi specializzati».

Alessandro Abbadir

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia