«Segnale positivo anche per la giunta»

Orsoni: «Promossa la nostra amministrazione». Rosteghin ringrazia i circoli. Stradiotto: «Avanti con la modernizzazione»
Di Alberto Vitucci

VENEZIA. «È un segnale molto positivo, sarebbe sbagliato leggerlo come una protesta. Votando Pd la gente ha espresso la sua fiducia in Renzi e nel nuovo governo, e la volontà di proseguire nel cammino delle riforme della politica e delle istituzioni». Un successo al di là di ogni previsione, quello del Pd, che sbaraglia tutti anche in laguna. E respinge l’attacco dei grillini e della destra, confermando in qualche modo la maggioranza che governa la città. Ne è convinto il sindaco Giorgio Orsoni, che di quella maggioranza è espressione. «A Venezia l’affermazione è ancora più evidente», continua il sindaco, «e certo non disgiunta da una valutazione positiva su quello che sta facendo questa amministrazione. Se il giudizio fosse stato negativo certo non avrebbero votato in questo modo. Confermando la fiducia anche nel progetto del governo di riforma della politica, con l’abolizione delle province e il via alla Città Metropolitana». Un nuovo livello di governo per cui Orsoni si è battuto insieme al sottosegretario Graziano Delrio quando questi era presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani.

«Un risultato strepitoso», dice entusiasta il neosegretario del Pd veneziano Emanuele Rosteghin. «Il dato veneziano, superiore di 5-6 punti a quello nazionale, testimonia del grande lavoro fatto dai circoli. Il segreto? Certo, l’onda nazionale, la fiducia in Renzi ma anche il lavoro della base, i dibattiti e le iniziative. Non bastano web e tv per vincere le elezioni, la gente vuole partecipare. E questo risultato aumenta il nostro senso di responsabilità».

Il punto del voto sarà fatto stamattina nella sede di via Cecchini a Mestre. «Un voto che ci incoraggia a proseguire verso la modernizzazione del Paese», dice il segretario provinciale Marco Stradiotto. Che ieri sera ha festeggiato con i dirigenti Pd la vittoria all’Officina del Gusto.

Grande soddisfazione a sinistra, dunque, facce tristi tra i grillini e molto di più in chi questo voto ha praticamente cancellato, come Italia dei Valori e Scelta europea di Mario Monti, ridimensionato le speranze di Nuovo centrodestra e Unione di centro, che insieme non superano il 3,5 per cento. E «minimo storico» anche per Forza Italia, che in laguna raccoglie un misero 11 per cento in città, 14 per cento in provincia. «Intanto bisogna dare onore al merito a Renzi di aver fatto un’ottima operazione politica, non tradendo le sue origini democristiane», osserva Cesare Campa, consigliere comunale di Forza Italia e per lunghi anni esponente della Dc veneta. «Ha fagocitato la paura degli elettori per il fenomeno Grillo, mettendolo all’angolo». Ma ha anche preso molti voti dal centrodestra. «Certo, perché il grande errore del centrodestra è stato quello di dividersi e i risultati li abbiamo visti. Adesso non ci sono più alibi, bisogna fare una riflessione sull’organizzazione del partito e sulle strategie. E sul fatto che il partito a Venezia ha ottenuto il peggior risultato del Veneto». Male anche il Nuovo centrodestra, che insieme all’Udc non supera il 3,6%. «Io sono contento», dice Simone Venturini, giovane candidato che ha conquistato 8.967 preferenze, «ma il progetto politico va un po’ sistemato. Noi abbiamo pagato i personalismi, forse il nome di Alfano sulla scheda. Peccato che nemmeno un veneziano ce l’abbia fatta».

«Sono contento», dice il leader Udc Ugo Bergamo, «gli italiani hanno avuto una reazione positiva, scegliendo la politica e non la protesta. Certo, quando un partito prende il 40 per cento, agli altri restano le briciole. Ma il segnale non è negativo».

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