Sedici gruppi uniti per il referendum «Zaia lo convochi»
Il coordinamento per il sì sollecita il presidente regionale «Scelta politica, non giuridica». E minaccia proteste
«Indire il Referendum non è una facoltà, ma è un dovere del presidente della giunta regionale e noi ci aspettiamo di conoscere urgentemente, dopo tanti anni di attesa, la data del referendum per Venezia e Mestre comuni autonomi». Ieri mattina nella sede di via Bembo a Mestre, è stato presentato ufficialmente il Coordinamento per il Sì ai due comuni di Venezia e Mestre, che riunisce per la prima volta le associazioni e i gruppi (si parte da 16 ma chiunque può aderire) che credono nell’autonomia di centro storico e terraferma, ricomponendo le due anime.
Presenti, tra gli altri, Stefano Chiaromanni del Movimento per Mestre, Marco Sitran, Venezia e Mestre due Grandi Città, Cesare Peris e Debora Esposti, che rappresentano il Coordinamento rispettivamente per la parte veneziana e quella mestrina. E ancora Gian Angelo Bellati, rappresentanti di Viva San Marco, del Gruppo 25 Aprile e molti altri. Tutti uniti per chiedere che Zaia non tentenni, non si faccia assalire da dubbi giuridici e legislativi last minute, che riemergono con andamento carsico per giustificare «volontà politiche sottese». Per ora, il coordinamento sospende il giudizio. Ma solo per qualche giorno. «Auspichiamo che ci sia l’accorpamento tra i due referendum il 22 ottobre», spiega Peris, «per questo ne dovremo conoscere la data entro il 7 settembre. Zaia aveva affermato di volersi distinguere dal governo nazionale che aveva negato l’accorpamento con il referendum costituzionale. Di sicuro si tratterà di una scelta politica e non giuridica. Il governatore aveva previsto il referendum nel proprio programma, non vorrà essere ricordato come altri politici locali che non rispettano le promesse. Con quale animo i cittadini conferirebbero maggiori competenze al Veneto se quest’ultimo abdica alle competenze che ha già per Costituzione, come la suddivisione dei due comuni?». «Chiediamo che venga fissata una data anche in pendenza del ricordo al Tar», aggiunge Debora Esposti, «è una questione di democrazia richiesta da quasi 10 mila cittadini che non possono essere presi in giro e non è una questione giuridica, ma solo politica. Contro entrambi i referendum sono pendenti ricorsi al Tar, e per entrambi si sarebbe potuto votare fin dal 2014. Dire che si deve attendere la sentenza significa prendere in giro i cittadini. Si voti e si fissi la data».
Il Coordinamento sta elaborando un logo ed è pronto per la campagna elettorale. Aggiunge: «Noi rivendichiamo le differenze tra Venezia e Mestre per valorizzarle, le due città continueranno a lavorare in sinergia ma partendo dai valori che le distinguono». «È paradossale», ha commentato Bellati, «che si vada a votare per l’autonomia del Veneto e il presidente della regione dica che non ha l’autonomia di decidere sul referendum di Venezia e Mestre. Dire che la Regione non ha potere di scorporare un comune è scandaloso». Sitran aveva lanciato una grande manifestazione di protesta sul Ponte della Libertà, ma in ballo ce ne sono altre, anche una sull’acqua. «Zaia è obbligato a indire il referendum, perché è il consiglio regionale che lo ha deciso, non tiri fuori questioni giuridiche che non gli competono».
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